Alle 8,30 mezz’ora di
passeggiata sulla neve, bisognava farlo prima che si sciogliesse (quindi con
più silenzio); registrato l’effetto dell’avvicendamento dei bambini (o delle
maestre?) delle elementari sui due o tre alberelli che avevano «adottato»
dietro alla galleria: c’è meno senso civico in città.
Questa volta mi ha
raccontato l’avvicendamento dei santi protettori: il primo è stato sant’Andrea
– questa ridente città era un borgo di pescatori.
[…] Per finire ha
spettegolato sui pietosi retroscena di un paio di premi letterari di serie C.
[…] Tutti quei tappi di
bottiglie conficcati nell’asfalto lo fanno somigliare all’esterno di certi bar
negli anni 60 con quei tappetini metallici che si formavano durante l’estate.
[…] Nella città deserta una
donna discute animatamente, da una cabina telefonica, con la fidanzata del
marito: da 80 metri capisco tutto; disegnato un po’: chiamato E.: si trova a
Hvar.
[…] Mentre S. dà un’occhiata ai cartelloni del cinema,
scarabocchiato su un pezzo di carta la sagoma e i buffi comignoli della
malteria ormai in rovina.
[…] Scandalizzata per il
nostro uso dissennato dell’acqua, dalle sue parti ci si ammazza per il
controllo dei fiumi – secondo me si scannano solo per quello. (A different drum, 2002)
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