mercoledì 6 aprile 2016

Vecchi frammenti 8

Alle 8,30 mezz’ora di passeggiata sulla neve, bisognava farlo prima che si sciogliesse (quindi con più silenzio); registrato l’effetto dell’avvicendamento dei bambini (o delle maestre?) delle elementari sui due o tre alberelli che avevano «adottato» dietro alla galleria: c’è meno senso civico in città.
Questa volta mi ha raccontato l’avvicendamento dei santi protettori: il primo è stato sant’Andrea – questa ridente città era un borgo di pescatori.
[…] Per finire ha spettegolato sui pietosi retroscena di un paio di premi letterari di serie C.
[…] Tutti quei tappi di bottiglie conficcati nell’asfalto lo fanno somigliare all’esterno di certi bar negli anni 60 con quei tappetini metallici che si formavano durante l’estate.
[…] Nella città deserta una donna discute animatamente, da una cabina telefonica, con la fidanzata del marito: da 80 metri capisco tutto; disegnato un po’: chiamato E.: si trova a Hvar.
[…] Mentre S.  dà un’occhiata ai cartelloni del cinema, scarabocchiato su un pezzo di carta la sagoma e i buffi comignoli della malteria ormai in rovina.

[…] Scandalizzata per il nostro uso dissennato dell’acqua, dalle sue parti ci si ammazza per il controllo dei fiumi – secondo me si scannano solo per quello. (A different drum, 2002)

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