A qualcuno è poco chiaro
l’ultimo post: provo a spiegarmi meglio. È andato di moda in Italia per qualche
tempo, attaccare il governo di Matteo Renzi per via di una certa politica delle
mance. Tengo a precisare che si è invece generalmente polemizzato sulle mance
elargite ad altri.
Il succo del mio
ragionamento è semplice: il governo è disposto a finanziare metropolitane,
passanti ferroviari e pullman a metropoli, a grossi comuni italiani, mentre ai
piccoli elargisce degli spiccioli per progetti estemporanei finalizzati all’andare
a piedi o in bicicletta – per un paio di
anni. Un piccolo comune ha sicuramente meno problemi legati al traffico
rispetto a una metropoli o anche una media città, ma potrebbe avere bisogno di
fondi statali per costruire un’infrastruttura strategica di piccole dimensioni.
Mi riferisco ad Avezzano in particolare. Quante altre situazioni simili sono sparse
per la Penisola? A proposito: tutto ok – riguardo alla mobilità –, a Luco dei
Marsi, Tagliacozzo, Aielli, Trasacco? (È passata ai tagliacozzani, la rabbia
derivante dalla chiusura dello storico ponte di ferro?).
Un altro punto del mio
ragionamento è costituito dal costatare la confusione
da parte del ministero dell’Ambiente – ma non solo esso –, tra il ruolo del
privato (singolo, associazione, società) e quello dell’amministratore della
cosa pubblica. Andando a piedi e da privato
cittadino, sono ovviamente favorevole a misure come: piedibus,
car-pooling, car-sharing, bike-pooling, bike-sharing
e alle gitarelle fuori porta a piedi o in bicicletta. Andando a piedi e da sindaco, scriverei le stesse, identiche cose? No, ricoprendo un ruolo diverso. Prima di invitare, spingere,
raccomandare i concittadini a non usare l’automobile, io farei un salto a Scav Autoservizi
Avezzano per chiedere se, quanto e com’è possibile incrementare il numero delle
corse giornaliere a parità di budget.
Prima di collaborare a un piedibus,
io istituirei un’area pedonale nei pressi delle scuole elementari e medie dalle
8 alle 9 per evitare ingorghi automobilistici davanti alle stesse. (Non si deve spiegare a un ventenne o un
trentenne l’impatto della motorizzazione negli spostamenti sulla salute umana,
né tantomeno ai suoi genitori essendo essi cresciuti negli anni Sessanta del
secolo scorso). Ben venga poi tutto il resto, l’esempio di Odense (DK) dove i
bambini dai cinque anni in poi, vanno a scuola in bicicletta.
La prima iniziativa che
prenderei sul tema della mobilità è invece chiedere risorse al governo regionale
e nazionale per allargare e addolcire il sottopassaggio ferroviario esistente e
una tangenziale che interessi la SS 5. La prima opera dovrebbe favorire il
numero dei frequentatori dello stesso a piedi o in bicicletta – siamo dentro o
fuori la categoria «mobilità sostenibile»? –, mentre la seconda dovrebbe
evitare in città i mezzi solo «di passaggio» – stando a quanto si desume dal Pgtu di quasi quattordici anni fa. (A
dirla tutta, durante la seconda amministrazione Floris fu provato a imbroccare
qualcosa a proposito del miglioramento del sottopassaggio ma senza risultato –
è bene rammentarlo. Il recente Masterplan
ha invece attinto soldi statali per importantissime attività strategiche per la
Marsica e gli Abruzzi come la… «Valorizzazione di Villa Torlonia e Parco
Torlonia di Avezzano» – 4,7 milioni
di euro).
Tutto ciò significa anche dichiarare
che ad Avezzano – anche a L’Aquila, Sulmona, Celano e Pratola Peligna –, si è
fatto poco o nulla dagli esordi del Tavolo nazionale per la mobilità
sostenibile (2007).
P.S. Da leggere comodamente
nel web, in questo primo «ponte» del 2017: Piano
d’azione sulla mobilità urbana (Ue, 2009), Libro bianco sui trasporti (Ue, 2010).
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