venerdì 31 marzo 2017

I conti senza l'oste

Sono preso da una recensione chilometrica in questo periodo e non mi resta molto tempo per il blog. Non ho trovato documentazione adeguata ma mi sarebbe piaciuto approfondire i contenuti dell’incontro tenuto al Comune lo scorso 17 marzo, con la partecipazione di Ance, ordini professionali (architetti, geologi, geometri, ingegneri). Ci si è confrontati ad Avezzano per la «prevenzione sismica e [la] messa in sicurezza del patrimonio edilizio, nei territori di Avezzano e della Marsica». (Mancavano i rappresentanti dei paesi marsicani, per quanto ho capito io). Il sindaco aveva annunciato: «L’obiettivo ‘Avezzano in sicurezza’ diventa più vicino se condiviso con i professionisti del nostro territorio», in «MarsicaNews» 11 marzo 2017. Se ne è saputo qualcosa una decina di giorni dopo: «Nonostante il nostro [del sindaco] grande impegno, però, sono ancora molte le cose da fare, soprattutto sul fronte del patrimonio edilizio privato, perciò ho accolto con entusiasmo l’invito del vicepresidente Ance per avviare una seria e condivisa azione di pianificazione per la prevenzione e la rigenerazione urbana, finalizzata a mettere in sicurezza il nostro territorio» in «IlFaro24» 22 marzo 2017. Orbene, costruire abitazioni secondo i nuovi standard antisismici e intervenire sul patrimonio edilizio esistente sono faccende assimilabili, mentre rigenerazione urbana e messa in sicurezza del territorio sono altre due cose diverse dalle precedenti. L’Ance c’entra con la costruzione e la messa in sicurezza, ma non con le restanti; la rigenerazione urbana richiede, tra l’altro, la consultazione dei residenti – non mi risulta che siano stati invitati. La stessa messa in sicurezza richiede in realtà – oltre a un fiume (enorme) di denaro –, il concorso dei cittadini perché per intervenire su un paio di palazzine con decine di residenti, negozi, laboratori e studi professionali, c’è bisogno almeno di un’organizzazione particolare: bisogna allontanarli dai loro luoghi per quattro-cinque mesi. È in ogni modo una questione da affrontare nel medio-lungo periodo, trattandosi di lavorare su migliaia di costruzioni solo nel capoluogo comprensoriale. (I tempi della politica, si sa, sono invece risicati).

Ho annunciato una serie di post sulle elezioni e nel materiale che sto accumulando, ho notato che nelle bozze di programma finora pubblicate dalle liste partecipanti, circola un’idea abbastanza banale e vaga ma nonostante ciò, standardizzata della città. Da dove spunta fuori? Una decina di giorni fa, mi sono imbattuto in un pezzo – firmato Marynda (Abbigliamento e accessori uomo e donna?) – su una testata locale (TerreMarsicane), probabilmente un redazionale e ho avuto una sorta d’illuminazione. Esso terminava con questo brano: «i negozianti tengono in vita la città ogni giorno svolgendo il loro lavoro e questo gli ha insegnato ad avere un impegno sociale, che seppur con fatica, desiderano difendere e proteggere per tutti i loro clienti e in generale per tutti i cittadini di Avezzano». Ecco, non difendetemi né proteggetemi; lasciatemi in pace.

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