Lunedì
scorso ho saputo di nuove recinzioni lungo un tratto dell’ex-ferrovia dello
zuccherificio, un paio di giorni dopo ho letto della reazione di alcuni
abitanti nella zona. Sono passato nello stesso pomeriggio da quelle parti –
dovevo capitarci in ogni modo – e sono tornato indietro con la mente all’ottobre
scorso: un pezzo sì, uno no, di
nuovo. La vicenda perciò mi sembra in prima battuta una recita da scolaretti
delle elementari più che l’azione di un gruppo d’imprenditori di una certa età.
Ho
ripensato a un periodo della gioventù in cui durante un sequestro, i cosiddetti
carcerieri spedivano un pezzetto del malcapitato ai parenti per spingerli ad
accelerare il pagamento del riscatto e per dimostrare la loro determinazione.
Tutto ciò però faceva intravedere che la nostra idea del corpo umano, costruita
girando per i reparti o i padiglioni di un ospedale, era sbagliata: noi siamo
un sistema, perciò unico e non una
somma di elementi sparsi qua e là a caso.
C’è
un altro elemento importante a mio avviso. Ho scritto che quel frammento
d’Avezzano è importante agli occhi dei cittadini per essere tra le scarse
testimonianze del proprio passato; altri hanno affermato altrettanto, ancora
nell’ottobre 2016. Al legittimo proprietario di quel tronco (Rivalutazione
Trara) non è interessato tutto questo ed è interessante capire il perché. Si
tratta in realtà dello scontro tra una mentalità industriale e una contadina o
in ogni modo, preindustriale. Mi spiego. Un terreno resta produttivo anche se
suddiviso in tre, quattro parti, mentre non posso smembrare un telaio da
tessitura, un altoforno, una pressa. Dove io vedo almeno un binario lungo
quattro chilometri, Rivalutazione Trara riesce invece a distinguere centinaia
di particelle catastali. Assistere a tale vicenda per me ha lo stesso effetto
di leggere di un fanatico islamista che sgozza con le proprie mani – seguendo
un preciso rituale – un cristiano: è certo spiazzante dopo il bombardamento di Dresda
(35mila morti, nel 1945) o l’atomica su Hiroshima (90mila morti, nel 1945).
Vedi una persona in tutto uguale a te che però si comporta alla stessa maniera
di un uomo del Settecento e la cosa ti terrorizza, ti paralizza come lo sguardo
delle Gorgoni.
Finirà
come tra Odisseo e Polifemo; in alternativa il pastore, sbranerà il cittadino –
calcolando la modica cifra richiesta al Comune per la cessione dell’area (76
euro a mq). (L’intera vicenda è abbastanza rappresentativa dell’élite marsicana).
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