sabato 22 settembre 2012

KsLT 8

Ho letto – ripetuto fino alla noia – l’uguaglianza: non-voto = antipolitica, da noi e nella Penisola.
Antipolitica è un termine di cui non si conosce il significato e chi lo pronuncia, vuole dominare l’interlocutore o colpirlo, in ogni modo. (Risulterebbe più simpatico: non-voto = «sarchiapone». «Lei è proprio
un bel sarchiapone matricolato!»).
Non votando alle Amministrative, io faccio parte dell’antipolitica o «sono», l’antipolitica. D.: quando, invece, io voto ai referendum e alle Politiche? Non sono un buon avezzanese e un buon abruzzese, ma sono un buon
italiano: Ok. Votando per il Senato e annullando la scheda della Camera, sono ancora un buon italiano? Votando un quesito referendario (dispari) e non prendendo la scheda di un altro (pari), sono un cittadino decente?
Chi sparge un tale termine è almeno una persona superficiale, che ignora le persone cui si rivolge. Chi dice antipolitica, è soprattutto un ignorante della politica.
(Mi auguro che le piogge d’autunno spazzino anche «antipolitica», dopo «attimino», «Tutto a posto?», «Ti auguro una buona serata!», «Tu che proponi?». Lo auguro a me e all’Italia intera).

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