mercoledì 10 settembre 2014

DW 2


Io ho anche accostato il termine «designata» a proposito della nostra intellighenzia. Essa non è imposta da qualche ente sovrannaturale o è il risultato di qualche tipo di competizione, ma vi sono persone – sul posto – che hanno il potere di stabilire: «Tu sì, tu sì, tu no» e altri che ripetono alla collettività certe decisioni. (I giornali formavano l’opinione pubblica, oltre a informare; instillavano anche dei pregiudizi nel nostro caso). In breve: l’élite cooptava il maestro elementare X o l’impiegato Y come poeta o critico letterario e la carta stampata, ripresentava tali posizioni fino a renderle «naturali»; il pittore Y poteva invece spendere la vita a dipingere (bene, male) ma in città non lo filava nessuno. (L’élite si trovava nella condizione di acquistare – direttamente e indirettamente – determinati prodotti culturali, intercedere per ottenere finanziamenti pubblici e privati, procurare visibilità). La situazione è simile all’odierna ma è peggiorata negli ultimi due-tre anni, come riporto qui:
(Parlo di Avezzano e non di altri paesi, dove la situazione è diversa; il circondario ha anzi subito le nostre liturgie e i nostri personaggi).
La cooptazione era un meccanismo utilizzato dalla nostra intellighenzia per affermare, mantenere, espandere, celebrare e perpetuare se stessa. Non mi dilungo sui suoi rituali, i tic e i trip e rimando ai libri di A. Arbasino: chi meglio di lui ha descritto in Italia certi ambienti? (2/4)

Nessun commento:

Posta un commento