Volendo scrivere qualcosa
sui nostri dissuasori-passaggi pedonali
(ho difficoltà a chiamarli in qualche modo), riprendo il concetto di
promiscuità espresso in:
Ne scrivo in margine a una
polemica comparsa sul Centro
(cartaceo) di oggi. Lo trovate anche qua:
Il problema vero è la
gestione del traffico ad Avezzano: non ci sarebbe bisogno di dissuasori, piste
ciclabili o altro, funzionando essa alla perfezione. (Funzionando la città in
un modo più razionale).
Da noi si registrano
incidenti automobilista-pedone, dove sono prevedibili – perché possibili – (strade di scorrimento) e
dove meno te li aspetti (Quadrilatero): perché? Succede questo perché via C.
Corradini (o via G. Mazzini) funziona come via XX Settembre-SS 5 – (o via Roma-SS
5). Una strada interna come via Corradini non presenta interruzioni di sorta
(stop, isola pedonale, altro) per cui gli automobilisti tendono a percorrerla
al massimo della velocità consentita (50 km/h); danno loro fastidio i passaggi
pedonali che incontrano durante il tragitto. (Ignoro le lamentele di chi, pur
non avendo le capacità, guida i mezzi di soccorso).
Guardiamo le cose da un altro punto di vista. Ho
percorso un paio di mesi fa circa dieci
metri contromano (a piedi) della ciclabile
Nord – la parte «aggiunta» lungo via E. Tarantelli: la più pericolosa per i
pedoni. Sono stato rimbrottato pesantemente da un cicloamatore di passaggio che
la reclamava tutta per sé. (Una ciclista
si sarebbe almeno calata nei miei panni).
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