Non rientrava nei piani di CAS, piazza G. Matteotti. Perché? Ho
smesso di pensare a quello spazio negli anni Novanta, al tempo della
trasformazione che l’ha reso com’è oggi. (Ricordo come fosse ieri, gli alberi
cavati e la rabbia nel vederli ribaltati, per terra: è una questione anche
sentimentale).
C’entrano anche alcune sue
caratteristiche che la rendono – almeno ai miei occhi –, simile a piazza del
Risorgimento. Proponevo – tra il serio e il faceto – di aggiungere un piano ad alcuni
edifici intorno alla «piazza» per far meglio leggere quello spazio e mi è
capitato di scrivere recentemente che: «Ho spesso la sensazione che la
Cattedrale non ce la faccia a reggere tutto l’insieme».
Piazza Matteotti è lo spazio
di fronte alla stazione ferroviaria e tale insieme certo non riesce a tenere il
ruolo di secondo punto della direttrice
che ha generato la città ricostruita e meno che mai a imprimere una polarità. La crisi di quel posto e il
suo cosiddetto degrado parte perciò da un modello di funzionamento imposto alla
città nell’ultimo mezzo secolo, più che dall’enorme crescita del traffico
motorizzato negli anni Ottanta. Tale modello prevede tuttora piazza del
Risorgimento come unico centro di
una città che cresce di quattrocento unità l’anno. La crisi della zona della
Stazione ha perciò un’origine nelle scelte amministrative. (1/2)
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