Pubblico il consueto
riepilogo delle cose che mi hanno colpito durante l’anno. (Mi porto avanti con
il lavoro e tra qualche giorno capirete il perché).
a) Ho notato che i negozi
legati all’abbigliamento, si sono trasformati nel giro di un anno in empori,
come da noi fino agli inizi dei Sessanta quando vendevano di tutto. (Ho dovuto
girare un bel po’ per trovare un paio di bretelle, a dirla tutta).
(Un pensiero anche al conto
degli esercizi che chiudono, ogni anno). Vi sono dei negozi che stanno aperti dieci-dodici
mesi al massimo. Prima di metterli nel conto di quelli che abbassano
definitivamente le saracinesche e usarli per le rituali lamentele, io mi
chiederei invece: che cosa stanno facendo? Nel senso: c’è qualcuno che prova a
fare il commerciante, ma gli va male o sta ripulendo denaro sporco e quindi
butta bene comunque?
b) Ho scritto (finalmente)
di piazza G. Matteotti durante l’anno. Da anni piazza A. Torlonia è presa di
mira per essere divenuta luogo di spaccio. Uno si chiede: e poi che se ne fanno delle sostanze (illegali)
acquistate? Negli ultimi mesi ho notato che gli adolescenti si fanno le canne dove
capita, nel centro; dalla scorsa estate anche sotto casa mia.
c) La colorazione di alcune
parti di nostri paesaggi – soprattutto montagne – in quadri di pittori locali
negli anni Sessanta e Settanta, derivava dalla luce filtrante dall’alto. Solo
che loro non la dipingevano, né la accennavano; l’ho capito solo nel 2014.
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