Due parole sulla vicenda
dell’insediamento Mc Donald’s.
Un privato chiede a
un’amministrazione comunale di aprire un esercizio in un posto e questa gli propone
di accomodarsi in un altro. (L’amministrazione può rispondere sì o no).
Il privato non accetta la
proposta. Qualcuno ci rimane male. Che cosa è successo?
C’entra la narrazione sulla
città che i commercianti locali hanno diffuso per decenni e che obnubila molt(issim)e
menti.
Un colosso della
ristorazione vuole rifugiarsi in periferia, lungo una strada statale e rifiuta addirittura l’offerta di andare nel centro, in uno
stabile esistente? Siamo impazziti?
Non ci si rende conto che Mc
Donald’s development Italy in tal modo, sta pensando al suo tornaconto e ai
suoi affari. (Lo sta facendo meglio di chi da noi dagli anni Ottanta ha invece perso
l’orientamento sull’evoluzione del comparto del commercio e scarica le proprie
incapacità sugli altri cittadini).
Non si capisce soprattutto,
com’è cambiata Avezzano negli ultimi trent’anni.
Non ritrovo purtroppo dei
commenti usciti all’inizio di tale vicenda, che paventavano con l’arrivo di Mc
Donald’s la chiusura delle locali pizzerie, altrimenti li avrei ripubblicati.
Non so se definirli più settecenteschi o avezzanesi. (Non era stata ancora
inventata la libera concorrenza, nel Settecento).
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