martedì 19 maggio 2015

Amplero ieri e oggi 2


(Un paio di incisi). Tra i miei ricordi di gioventù e la situazione odierna è passato di tutto. Si parte dalla denuncia della magistratura italiana circa moltissime opere pubbliche definite inutili e dannose, della corruzione negli appalti pubblici (anni Ottanta del secolo scorso). C’è poi stata la fiammata di Tangentopoli (1992) e nel corso dello stesso decennio, la comparazione tra il costo delle opere pubbliche in Italia e quello nel resto dell’Ue: spendiamo quattro o cinque volte di più, rispetto agli altri. È più recente il capitolo delle «incompiute» e delle strutture costruite ma non entrate in funzione e da pochi anni si è saputo che una parte rilevante del territorio nazionale è a rischio idrogeologico.
Nella mia – anche altrui – ingenuità, ho immaginato l’istituzione delle Autorità di bacino (1989) come una sponda se non per far apprezzare i corsi d’acqua come ambienti unitari, contenere la pratica di decespugliare ed estirpare alberi lungo il corso dei fiumi, porre un freno allo sfruttamento irrazionale del territorio (escavazioni in alveo, captazioni), almeno per risparmiare all’Italia, nuove briglie, dighe e sbarramenti, cementificazione degli argini e degli alvei. (2/5)

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