venerdì 19 agosto 2016

C’è poi il ricorso allo straw man argument tanto per completare l’armamentario da carnival barker: «Eppure, e ci rivolgiamo ai secondi [gli ambientalisti, ndr], sui vostri profili facebook postate foto da località sciistiche. Ma, scusate la domanda, li come ci arrivate? Con la slitta trainata dalle renne forse? O percorrete comode strade asfaltate che vi conducono fin sotto le biglietterie? Ed in queste località cosa trovare? Alberghi e ristoranti oppure vi portate il pranzo al sacco e vi costruite un igloo per trascorrere la notte?» – è mio il grassetto. Una firma, due: sono nomi talmente sconvenienti? (Altro che «fierezza»). Spiacente, ma io non mi riconosco per niente in tale pittoresca descrizione – hanno dimenticato nell’elenco anche che gli ambientalisti hanno tutti l’erre moscia. (Ergo, gli impianti di risalita sono solo l’antipasto, ripetuto dai «residenti» a fine luglio: «riteniamo di dover sostenere il progetto di rifacimento del manto stradale nei Prati d’Angro che conduce alla Fonte Aceretta e, perché no, anche la futura realizzazione di impianti di risalita sull’altro versante della montagna». Scrivono «futura», non probabile: la Soa – alcuni mesi dopo Salviamo l’Orso – non aveva perciò raccontato sciocchezze – Asfalto nel parco, per la stazione ornitologica dietro ci sono nuovi impianti di risalita, in «MarsicaLive» cit.). Il direttore di AvezzanoInforma riporta la frase di un’ignota donna – per nostra fortuna anche «mite»: «Oserei dire che l’impatto ambientale di questa strada pluricentenaria è minore di quello che producono i deodoranti per le ascelle che tutti i giorni vengono usati a iosa… Rinuncereste ai vostri deodoranti per le ascelle?» – 24 luglio. Io non ho mai avuto a che fare con roba del genere e trovo almeno azzardata, bislacca l’equivalenza tra l’asfalto versato sul terreno e i deodoranti per le ascelle.
«Non vogliamo peccare di arroganza, ma noi non accettiamo lezioni da nessuno su come tutelare la nostra natura e le nostre montagne», proseguono gli ignoti residenti villavallelonghesi il 31 luglio. Io invece affermo: fareste bene invece ad accettarle per essere rimasti con le mani in mano durante la vicenda PowerCrop. All’inizio della stessa ricordai – nel vecchio blog, ovviamente – negli anni Ottanta una lettera di Franco Tassi ai giornali non appena saputo dell’idea di un inceneritore ad Avezzano: il Parco non era solo un ufficio a Pescasseroli – in un’altra valle, a sessanta chilometri di distanza – ma anche le foreste e i boschi circostanti da preservare dalle diossine e da molto altro. (Diciamola tutta: i villavallelonghesi hanno mantenuto integre le loro montagne semplicemente perché a nessuno finora è venuto il ghiribizzo d’investire quattrini dalle loro parti e non m’interessano perciò le nobili motivazioni per cui alcuni o molti di loro vogliono cominciare a sfasciare un pezzo di casa loro).
Non si assalta certo la Bastiglia, il Palazzo d’Inverno, il parlamento o un ufficetto delle tasse con tali espedienti da imbonitore, può andar bene per occupare un salone da barbiere giusto il tempo che egli impiega per procurarsi le sigarette o per affiggere un foglio pieno d’insulti alla bacheca del WWF, di nascosto. (È simpatico l’attacco di tale comunicato perché rende altrove il senso dell’espressione locale: «Maria pe’ Roma»).
Riporto infine il testo di alcuni striscioni fotografati all’inizio di agosto, anonimi anch’essi. Il primo è esplicito: FUORI IL PARCO DA CASA NOSTRA. Il secondo a poco più di un metro di distanza e con buone probabilità d’essere stato scritto dalla stessa mano: SIAMO SOTTO DITTATURA. È stato impiegato il verde anche per questo ed è come esprimere: siamo naturalisti anche noi che non vogliamo il parco. È vergato da quelle parti anche: NOI FIGLI DI UN DIO MINORE. I soggetti sono due: Ente Parco (P) e comune di Villavallelonga (V). V > P nel primo caso, V < P nel secondo e può starci infine V < P volendo considerare il potere detenuto: V in fondo, chiede attenzione. È possibile tutto ciò, di là dello stretto significato? (Il contenuto del secondo è senz’altro sopra le righe). Non sempre. Può affermare contemporaneamente le tre espressioni: un politico, un artista, un letterato, un comico, un conduttore televisivo, un pubblicitario, un carnival barker e lo stesso autore della fotografia giusto al momento dello scatto ma non lo farà mai un uomo di scienza. (4/5)

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