giovedì 18 agosto 2016

La politica d’estate va in ferie e i redattori non sanno che cosa scrivere sulle testate e allora si ricorre all’uomo della strada, anche se nel nostro caso si tratta d’ignoti pur non dichiarando niente di compromettente. (È in realtà la riproposizione del solito disco rotto da almeno quarant’anni). «“Quelli che fanno gli ambientalisti, visto che abbiamo il paradiso terrestre venissero ad abitare qua tutto l’anno, pagassero le tasse qua e mandassero i figli a scuola da noi”». Io avrei risparmiato di pubblicare queste due, che purtroppo danno la cifra del contestatore-tipo: «“lo sviluppo del turismo che ci hanno promesso dove sta?” […] “Chi sta in città inquina con gli scarichi nocivi e noi dobbiamo provvedere a pagare il prezzo di quell’inquinamento con i nostri alberi?”» – Rinuncereste ai vostri deodoranti per le ascelle? Se volete le riserve naturali fatevele sul balcone!, cit.
Ciò che mi ha spinto a riaprire il blog dopo sei mesi è stato invece un pezzo on-line di domenica 31, poi apparso il giorno seguente addirittura sul cartaceo del Centro:
Si tratta dei residenti di Villavallelonga: tutti? Quanti? Quali? Un nome per tutti? Non tutti di sicuro perché qualche giorno prima, ancora da quel paesino di novecento anime e con altre idee per la testa, sortiva questo comunicato, firmato:
Tali residenti – senza nome né cognome –, la prendono anche loro contro gli ambientalisti: si tratta di una vicenda che ha in realtà come protagonisti l’ente Pnalm e il comune di Villavallelonga. (Ripeto: sappiamo tutto ciò unitamente al fatto che si tratta di un brutto pasticcio dallo scorso gennaio. Allora, nessuno dei soggetti che si è inalberato nel mese di luglio, proferì parola). Sorge a questo punto la domanda che pongo in situazioni simili: perché mancare tanto clamorosamente il bersaglio? (È un effetto collaterale dell’usata manfrina estiva?).
Non si rinuncia nemmeno alla frusta rappresentazione di una società separata nettamente in due universi paralleli, privi di un canale di comunicazione; da una parte: gli «agiati palazzi cittadini» (Movimento Cives) e le poltrone di «Pescara o Roma» (Rinuncereste ai vostri deodoranti per le ascelle? Se volete le riserve naturali fatevele sul balcone!, cit.), dall’altra quelli che «faticano più di altri ogni giorno» (ibidem). (3/5)

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