Trasporto qui un po’ di
roba vecchia; quello che segue è stato pubblicato su Site nello scorso mese di giugno. (Il sito è ancora fuori uso dopo
un recente attacco hacker).
Ci si fionda soprattutto
nell’immaginare soluzioni alternative nel caso di una struttura abbandonata; il
buon Umberto Irti aveva dichiarato – nell’articolo di Raschiatore che cito nel
post: «spazio verde e pista ciclabile». Chiacchierando con altri era spuntata
fuori un’unica idea: pista ciclabile. Era però sortita quest’altra pensata che
io trovavo almeno bislacca: «Sono allo studio progetti per l’utilizzazione
della ferrovia con trenini navetta e la realizzazione di una minuscola stazione
in via Aquila, per quella che potrebbe diventare una metropolitana di
superficie della città», P. Palladini, “Salvare
la ferrovia del nucleo industriale”. Raffaello Di Domenico, Unesco, con
l’Archeoclub contro il Comune di Avezzano, 11 giugno 2016.
Il mio invito era perciò indirizzato
alla conoscenza (a piedi più che negli archivi) di quel tratto – in più punti
non c’è spazio per far circolare contemporaneamente i pedoni e i ciclisti; una
pista ciclabile tra l’altro, allontanerebbe chi già frequenta quella zona. (Mi
accontenterei di normalissimo prato, del ghiaietto per camminarci sopra,
qualche panchina – dove la sezione è più larga e quegli alberelli striminziti
che vanno di moda da noi – la distanza dai bar del centro è la miglior polizza
contro gli ubriaconi in erba che si divertono a spezzarli. Alberelli piantati
con regolarità lungo tutto il percorso. È bene conservare una traccia: c’è
l’architettura tra la distruzione e l’imbalsamazione).
Parto con un elemento
autobiografico. Appare una mostra collettiva a Lingotto Fiere nel mio
curriculum – il luogo è una parte dell’omonimo gigantesco complesso torinese ristrutturato.
Sono informato da maggio
circa l’intenzione di vendere i lotti lungo la ferrovia ormai in disuso che dalla
stazione ferroviaria giunge al nucleo industriale da parte della proprietà. (Non
mi dilungo sulle precedenti schermaglie tra Rivalutazione Trara srl e Comune
d’Avezzano né sull’abbondante resto, anche se si presenta la questione: dove facciamo
iniziare la storia?). La cittadinanza ha saputo della vicenda attraverso una
lettera di Umberto Irti pubblicata sul più diffuso quotidiano regionale; in
essa si chiedeva un deciso intervento da parte del Comune: «La proprietà
dell’intero tracciato deve passare al Comune di Avezzano prima che lo facciano
i frontisti» – R. Raschiatore, In vendita
l’ex ferrovia della città. L’Archeoclub: danno gravissimo in «Il Centro» 10
giugno 2016.
Si può perciò già scrivere
che non tutti gli imprenditori e tutti gli amministratori italiani sono della
stessa stoffa.
Il destino di tale
tracciato era segnato da diversi anni e la campagna elettorale per le
Amministrative del 2012 era la miglior occasione per porre almeno la questione.
Il tema richiede rilevanti doti e capacità politiche, di progettazione. I
principali partiti hanno invece preferito puntare sulla liquidazione
dell’Anello a senso unico per recuperare il voto dei commercianti oppure hanno
sciorinato il rendering di un
avveniristico ponte ciclo-pedonale a scavalco su detta stazione ferroviaria (Unione
dei Marsi, centro-destra). (Gli amministratori continuano da oltre vent’anni a riversare
quattrini per imbellettare piazza Risorgimento e i suoi dintorni).
A nessuna associazione
privata è nel frattempo balzato in mente di organizzare una giornata ecologica
di sorta per liberare quell’infrastruttura (tutta, in parte) dai rifiuti
abbandonati dagli sparuti adolescenti e dagli accompagnatori di cani che la
frequentano – glissando sul fatto che si tratta in ogni modo di una proprietà
privata.
Bisognava utilizzare sull’argomento
anche le celebrazioni del Centenario anziché ripiegare sul ferrovecchio fatto pervenire
da Roma ed esposto per mesi in piazza Torlonia. Invece: «È un evento di grande
spessore storico-culturale ed emotivo quello realizzato dalla Pro loco che ha
voluto restituire agli avezzanesi una concreta testimonianza del loro passato»,
in Centenario del terremoto, nuove
iniziative della pro Loco di Avezzano, in «TerreMarsicane» 2 dicembre 2014;
«la Pro-loco ha in programma l’organizzazione di visite guidate alla “stazione
della storia”», M. Sbardella, Velino 08
“plana” sulla strada ferrata di piazza Torlonia, in «TerreMarsicane» 19
dicembre 2014. Una volta concluso lo spettacolo del Centenario, il ferrovecchio
di cui sopra è stato riconsegnato al legittimo proprietario; nessuno dei
sedicenti storici e cultori di storia locale, si è esposto – allora come oggi –
sul tracciato in questione, certo precedente il locomotore «Velino 08» e
rimasto a ridosso del Quadrilatero dagli inizi del Novecento – che rappresenta
una delle rare testimonianze della vecchia Avezzano. (Più «concreta» ma soprattutto
integra di così!).
La vicenda non è approdata
– com’è ovvio – nel Masterplan della Regione eppure è piuttosto evidente la
rilevante mole di denaro necessario per ristrutturare quel percorso in qualche
modo.
È perciò da evitare lo
spezzettamento di tale tracciato nell’immediato. Impiegherei molto tempo invece
per impostare delle proposte decenti di riutilizzo – rifiutando soluzioni alla
moda –, trattandosi di una strada ferrata in qualche modo sospesa perché ormai
senza un’origine né un approdo; un pezzo di città rimosso e totalmente sconosciuto
ai più. (Bisogna frequentarla a piedi, per farsene un’idea).
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