Mi sono disinteressato ai
membri dei Residents: nomi, cognomi, facce, luoghi di nascita e gusti – che
loro tenevano nascosti. Mi bastava e avanzava ciò che sortiva dagli
amplificatori di giradischi, mangianastri, radio. «Chi è Marsica Come On? Chi
c’è dietro?» mi è stato chiesto più volte, di recente. La domanda riformulata da
me è più semplice: mi piace, m’intriga quello che scrive MCO? La risposta è: no.
Dicono di se stessi, noi: «siamo
apartitici e non schierati, svolgiamo “soltanto” una funzione territoriale di
servizio», 8 settembre 2016. È abbastanza facile definirsi apartitici dopo le
Amministrative di tre mesi fa: una buona parte delle liste partecipanti non
rappresentava i partiti tradizionali. Devo fidarmi sul non volersi schierare,
anche se ho i miei dubbi. «funzione territoriale di servizio», domanda: che
significa? Il termine «servizio» proviene dal Novecento: lo usavano allora diversi
partiti mentre ora lo senti in bocca giusto ad alcuni reduci della Dc (Democrazia
Cristiana, per i più giovani).
Proseguono: «Un cittadino
attivo e partecipativo deve essere trasversale nella sua azione,
indipendentemente dalle sue idee politiche e del partito che voterà nel segreto
dell’urna». Mi chiedo: perché associarsi con altri a questo punto? Mai pensato
a un blog? Parlare di «idee politiche» e di «segreto dell’urna» nella nostra
zona geografica mi sembra almeno un’ingenuità: mai sentito parlare di amoral familism (E. C. Banfield, 1958) o
degli studi antropologici condotti (anche pubblicati) nella Marsica? Dopo
l’Ottantanove poi…
Il resto è un patchwork e non elenco gli elementi
cuciti insieme. (Ci tornerò prossimamente). Non giocano mai d’attacco
nonostante la (presunta) giovane età, manca perfino un briciolo di ambizione. Mauro
Febbo (ex An, ex assessore all’Agricoltura) se ne usciva così: nel PSR «vengono
inseriti tutti i territori comunali della zona costiera, da Martinsicuro a San
Salvo, ed esclusi i comuni come quello di Aielli, Avezzano, Celano, Cerchio,
Collarmele, Luco dei Marsi, Ortucchio, Pescina, San Benedetto dei Marsi,
Trasacco che da sempre hanno usufruito di tali Misure», 28 maggio 2016. Utilizza
poche e misurate parole un politico per spiegare ai cittadini una situazione.
In ogni modo: chapeau!
Leggo nel comunicato
seguente: «Non possiamo più permetterci una Amministrazione che ingurgita
passivamente tutte le scelte della Regione costacentrica senza colpo ferire»,
18 settembre 2016. (Si riferiscono all’amministrazione Di Pangrazio). Che dire?
Io niente, per via della mia frequentazione dei classici buddhisti, ma la
maggioranza dei marsicani potrebbe osservare che ciò contraddice quanto affermato dalle stesse persone dieci giorni
prima: non è vero che Marsica Come On (Laboratorio Abruzzo Giovani) non si
schiera. Gli altri conterranei – non noi cageani e coltraniani – noteranno
anche che un’associazione che fa riferimento all’Abruzzo, si scaglia contro una
parte di se stessa e troveranno ciò contraddittorio o almeno ridicolo. Mi chiedo:
come si fa a non schierarsi in un periodo in cui a ciascun connesso a una rete (cellulare, internet) è richiesto costantemente
di essere pro o contro qualcosa? (È perciò «naturale» schierarsi, tifare, mobilitarsi
per un nativo digitale a differenza delle generazioni precedenti).
Questi/e signori/e infine non
conoscono il territorio in cui vogliono agire e ciò appare dal loro marchio:
l’orso non è l’animale simbolo della
Marsica, né dell’Abruzzo.
(«Noi
siamo uguali agli altri, noi siamo come tutti gli altri, noi siamo diversi, noi
siamo diversi, noi siamo uguali agli altri, ma siamo diversi, ma siamo uguali
agli altri, ma siamo diversi», N.
Moretti, Palombella rossa, 1989).
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