Non
mi stanco di ripetere che J. M. Diamond ha insegnato alcune cose fondamentali
per la nostra sopravvivenza sulla Terra. Una zona per quanto ricca di risorse,
non può fare a meno di scambiare i propri prodotti
per ottenere ciò che le manca; si rimane in un posto se si è capaci di farlo,
si scompare come popolazione o si migra altrimenti.
Discutevo
di ciò proprio in questi giorni con amici a proposito dei recenti terremoti che
hanno interessato l’Italia Centrale. Si può affermare – analizzando le
politiche dei vari governi nazionali dopo le catastrofi degli ultimi decenni –
che laddove si sono impiegate risorse anche nel settore produttivo, si hanno maggiori
probabilità che la vita continui come, meglio di prima. (La Valnerina degli
anni Novanta – tanto per fare un esempio –, rispetto a L’Aquila dal 2009).
Ho
seguito la vicenda della «legge marchetta» (© M5s Abruzzo) e anche quella precedente
del Masterplan-Patto per il Sud.
Penso
che i finanziamenti elargiti, se servono a produrre
e vendere in giro spettacoli, film, concerti,
libri, opere d’arte – clientelismo o merito, non importa –, sono da ritenere utili
mentre, se impiegati per il mero consumo, per i circenses: no.
I
fondi Masterplan interessano alcuni comuni marsicani (Avezzano, Pescina,
Scurcola Marsicana, Tagliacozzo). Nel caso del posto dove io vivo, tali
finanziamenti riguardano anche piazza Torlonia e Parco Torlonia (4,7 milioni di euro, per quanto ho letto), e il municipio. (Mi
risparmio la figura del «benaltrista» e utilizzo un nuovo punto di vista). Non
sono né il primo né l’ultimo a denunciare il più che ventennale degrado in cui
versa piazza Torlonia; tutto ciò mostra perciò che da noi si ha una classe
politica capace di mungere altrove dei quattrini – talvolta –, ma inadatta alla
quotidiana amministrazione. (Vale purtroppo lo stesso discorso anche per gli
altri comuni che ho citato).
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