venerdì 18 agosto 2017

per riprendere

Che cosa ho fatto in questo mese di pausa forzata? Ho camminato abbastanza, riposato, scritto (a matita), anticipato il censimento degli alberi recisi e non rimpiazzati. Mi è mancato qualcosa del web? Penso il sito Ingv e qualche canzoncina dei Pink Floyd in sottofondo mentre scrivevo. Ho letto o riletto roba vecchia e nuova (P. Bevilacqua, Il grande saccheggio, Laterza 2011, F. Capra, Tra scienza e vita, Rizzoli 2002, P. Handke, Canto alla durata, Einaudi 2016, D. Harvey, Città ribelli, Il Saggiatore 2013, D. Hofstadter, Anelli nell’io, Mondadori 2008, C. Rovelli, Sette brevi lezioni di fisica, Adelphi 2014, C. Rovelli, L’ordine del tempo, Adelphi 2017, S. Settis, Architettura e democrazia, Einaudi 2017, D. F. Wallace, Una cosa divertente che non farò mai più, minimum fax 2012, D. F. Wallace, Un antidoto contro la solitudine, minimum fax 2013). Sono stato respinto per la seconda volta – per ora – da: R. Penrose, La strada che porta alla realtà, Rizzoli 2005.
Altrove si parlava di faccende che sono state perlopiù ignorate dalle nostre parti, mentre chiudevo. Mi riferisco alla nuova legge urbanistica regionale, al tema delle periferie rilanciato dal governo centrale e di cui si è discusso su alcune testate nazionali mentre noi siamo ancora fermi a litigare su un pezzo di via Corradini. Vi è stata una vivace polemica sull’impatto del turismo nei luoghi in cui esso è di casa mentre una parte da noi il tema ha avuto un discreto spazio nella recente campagna elettorale. (Almeno perché a Firenze si è esposta una compaesana…)
Si è parlato ancora di ristrutturazione energetica degli edifici che può aprire degli sbocchi al settore edilizio – anche ad Avezzano. Legambiente ha pubblicato un inascoltato dossier, in cui si è raccontato come alcune città si sono già impegnate sul fronte dei cambiamenti climatici per mitigare o evitare allagamenti e vampate di calore in alcuni mesi dell’anno. (Tutto bene da noi?).
(Last but not least). L’Abruzzo continua intanto a perdere residenti più del resto della Penisola; la disoccupazione decresce solo nelle aree metropolitane: nel Nord-Italia per intendersi. Non si parla di tutto ciò e purtroppo anche sulla costa adriatica che pure ha vissuto un’interessante stagione di crescita legata all’industria.

(Dovrò travasare ciò che ho già scritto a mano, nei prossimi post).

Nessun commento:

Posta un commento