martedì 2 ottobre 2012

KsLT 14

Ho inviato un paio di commenti ad un editoriale del 13 giugno, su MarsicaNews. Avrei dovuto picchiar duro su quello precedente del 5 giugno in realtà, dall’eloquente titolo: «Allarme!».
Si lanciano allarmi periodici sulla pericolosità d’alcune lavorazioni nella Marsica e questa volta è toccata a Micron Technology Italia.
Il principale errore nella recente polemica sulla presunta nocività della Micron, risiede nel fatto che sono state comparate due situazioni molto diverse: una «tigre» asiatica ha una storia industriale e politica più breve di un qualsiasi Paese del Vecchio continente. (Anche di relazioni industriali: il diritto alla salute e alla sicurezza non è mai un gentile omaggio dei «padroni delle ferriere»). D.: che conosciamo dei sistemi produttivi della Corea del Sud? Ammesso non concesso che i due sistemi produttivi siano uguali, il numero dei morti alla Micron (anche Texas-Micron) è maggiore, uguale o inferiore rispetto a Samsung Electronics? A parlar chiaro:
quanti sono i morti di «leucemia mieloide acuta» dentro Micron (anche Texas-Micron), in questi anni? Non dovrebbe essere difficile controllare tra i dipendenti trentenni, quarantenni e cinquantenni che hanno perciò un’anzianità di servizio maggiore della «bella ragazza di soli 32 anni» e di altri suoi giovani colleghi. (Ci sono mai stati?).
Vale lo stesso discorso per Telespazio: quanti dipendenti soffrono delle patologie derivanti dall’esposizione a quel tipo di radiazioni? (Chi conosce le patologie derivanti dall’esposizione a quel tipo di radiazioni, da noi? Immagino sì e no lo 0,5% dei marsicani, a giudicare dal numero spropositato delle leggende che circolano al
riguardo – da decenni). E’ senza senso la congettura: «se l’impennata di tumori c’è stata quando è sorta Telespazio, difficile appellarsi alla casualità piuttosto che alla causalità!» – 13 giugno.
In Occidente un qualsiasi lavoratore, conosce i rischi che egli incontra ogni giorno e a distanza di tempo; il lavoratore è una figura centrale nella prevenzione degli infortuni. (Gli imprenditori italiani che investono in Bric, nell’Estremo Oriente o nell’Est Europa, non lo fanno solo per risparmiare sugli stipendi e sui contributi, ma anche perché altrove gli standard di sicurezza sono più bassi, rispetto a noi).
Non poteva mancare, nella polemica scoppiata nel web, un accenno alla pratica del fracking (senza alcuna specificazione), diretto colpevole del recente terremoto in Emilia-Romagna, a detta di qualcuno.

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