mercoledì 10 ottobre 2012

KsLT 16

L’Impero... I cinema del posto, mi hanno dato lo stimolo per conoscere il cinema. L’Impero mi ha fatto spendere un sacco di soldi in viaggi, da giovane per il taglio della sua programmazione.
Me n’andavo altrove a seguire una rassegna cinematografica e nei periodi passati in altre città, m’ingozzavo di film sapendo che sarei tornato in un posto in cui giungevano rare buone pellicole – nonostante le quattro sale aperte. Tra i passatempi più proficui dell’adolescenza, annovero l’organizzazione di cineforum – nonostante le quattro sale aperte e la lunghissima permanenza delle pellicole nelle sale cinematografiche, rispetto ad oggi.
E’ stata una soddisfazione sapere che l’avrebbero chiuso l’anno passato, che io gli sono sopravvissuto. (La demolizione è iniziata il 25 giugno. La ristrutturazione da cinema a multi-sala nel 2001, era stato un primo succulento assaggio. Nessuno proferì verbo allora, perché gli avezzanesi ignoravano la differenza tra cinema e multi-sala; tra un cinema-teatro del genere e una multi-sala. Giovanbattista Pitoni invece afferma sicuro che è: «una delle ultime testimonianze di un’Avezzano che non ha la forza e la capacità di resistere alle conseguenze negative di un malinteso progresso» – «Il cinema Impero 74 anni di storia demoliti dalle ruspe», in «Il Centro» 27 giugno).
Negli ultimi 40 anni l’avrei semplicemente raso al suolo. Io ci avrei fatto crescere l’erba nel rettangolo occupato dall’edificio e nient’altro; farlo tornare come al tempo degli Equi. Ci avrei lasciato giusto qualche capra a brucare e i gatti a prendere il sole.
Era un cinema come tanti e non IL cinema o il cinema della città: non un tema collettivo, ma una normale attività imprenditoriale ed è per questo (dopo la ristrutturazione), che la sua chiusura interessa poco alle persone. (Ettore Ricci rimprovera, nel web: «nella massima indifferenza generale», 27 giugno). Era andato fuori moda agli occhi dei miei compaesani che gli preferivano l’Astra: una multi-sala vera e propria. Non è un pezzo di storia d’Avezzano che se ne va, com’è stato scritto: è un articolo della cronaca o una pagina di diario. Un pezzo di carta ormai ingiallito.
C’è chi gli attribuisce, nella commozione del momento e senza timore di cadere nel ridicolo, addirittura un qualche valore di tipo architettonico.
(Il bicchiere è mezzo pieno. Mi fa piacere che, 8-10 nuove persone verranno ad abitare in un centro che si va spopolando d’anno in anno).

Nessun commento:

Posta un commento