giovedì 3 aprile 2014

la Terra dei carciofi 2


C’è un proliferare di discorsi sull’ambiente, di là della prossima scadenza elettorale. Esso è dovuto a una serie di soggetti (partiti, sindacati, associazioni di vario tipo) che hanno poco o nulla a che fare con l’ambientalismo regionale o italiano. Il meccanismo è abbastanza semplice: si prende una questione, si smembra e si può iniziare a improvvisare con la parte che più ci aggrada. La storia degli ultimi mesi ha visto gente alle prese con problemi seri (rifiuti, acqua) e trattare questi con leggerezza, con spensieratezza. È deprimente, almeno per me.
Scrivo questo dopo aver visto Augusto De Sanctis passeggiare dalle parti di Bussi. (Confesso: ho guardato la tv).
Trattare d’acqua è proprio questo:
perlustrare gli argini e la loro vegetazione,
fare caso a eventuali escavazioni o manomissioni dell’alveo,
annotare la presenza di attività (nuclei abitati, artigianali, industriali; discariche),
osservare la fauna ittica e gli insetti per vedere se manca qualcosa, calcolare le portate – per quel che si riesce a fare,
registrare eventuali inquinamenti e provare a capire la loro provenienza,
interpretare la mole di dati disponibili su un corso d’acqua (breve, medio, lungo) e incrociarli con l’osservazione personale. Si può anche appassionarci alla storia di quel corso d’acqua, del suo bacino.
Sono cose queste che richiedono competenza, passione, lavoro sistematico e molto tempo, non come chi ha il bisogno di star a concionare davanti a una telecamera.
È venuto da queste parti il primo del mese:
È stata una boccata d’aria fresca tra queste montagne infestate da demagoghi, cialtroni e personaggi pittoreschi. Grazie davvero.

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