mercoledì 9 dicembre 2015

anniversari


M’è capitato di citare Mario Pomilio una sola volta, in questi quasi dieci anni di blog.
Il soggetto del post era in realtà l’ipocrisia degli avezzanesi più che l’anarchico paternese. Mi è stato sempre indifferente Mario a differenza di suo figlio, dotato almeno di un notevole spessore culturale. Me lo ricordo negli anni Ottanta su Alfabeta. (L’ho anche su un numero del Cervo Volante regalatomi da un vecchio amico: era una «rivista» per pochi intimi). È uno dei tanti nel suo ambiente ma che svetterebbe per la sua levatura da noi: si troverebbe almeno una spanna sopra di tutti per essere di una stoffa ben diversa da quella degli imbrattacarte di ieri e d’oggi. (Ha fatto proliferare tale categoria le manifestazioni per il Centenario del terremoto). Tutto ciò per quanto mi concerne: gli altri invece?
Dovrebbe significare qualcosa per gli avezzanesi l’uomo di Orsogna (CH) per avergli dedicato una sorta di largo con annesso busto a cura dei Lions locali (2010). È caduto lo scorso 3 aprile il venticinquesimo della sua scomparsa. Non si è finora mosso il Comune né tantomeno i Lions o altri in tale occasione – né succederà –, ma è toccato a un’associazione privata (Teatro dei Colori) pensarci allestendo uno spettacolo su un suo testo – 18 novembre (Avezzano), domani a Napoli.
Non ha dimenticato Pomilio Avezzano, non l’ha proprio mai filato. Se ne continuerà a parlare giusto per sentito dire o in situazioni utili più alla réclame di chi organizza e di chi partecipa che non alla sua opera. (Lo slargo e il busto di cinque anni fa: cui prodest?).

Nessun commento:

Posta un commento