Ho trattato in precedenza
della campagna elettorale dei due principali partiti italiani per le prossime
Amministrative nelle maggiori città italiane. Si è cominciato dai quartieri ho
scritto mentre da noi non potrebbe ripetersi la stessa esperienza non esistendo
questi, bensì la periferia o le parrocchie. Si sono svolte diverse iniziative
per scegliere i candidati alla carica di sindaco: che dire? (Di là delle
polemiche). Niente, ogni partito sceglie il metodo che ritiene più opportuno.
Ne preferisco uno io, rispetto agli altri? Sì, ovviamente.
M’interessa quando un
partito o una lista piazza un gazebo, un banchetto per un paio di giorni in un
posto di passaggio o in un luogo particolare che so: una chiesa, una piazzetta,
un monumento. Chi si ferma o indugia ha la possibilità di notare (finalmente) un
pezzetto della città in cui vive, scambiare quattro chiacchiere con qualcuno,
conoscere il vicino di pianerottolo che la pensa allo stesso modo, all’incirca,
osservare i passanti e fare caso ai profumi primaverili. (Non importa il
programma del partito o la vision –
che manca –, e nemmeno se si spettegola sugli avversari anziché discutere in
termini politici).
Mi ha anche colpito
l’immagine dell’ingresso di una sede Pd a Roma in una zona centrale, nei giorni
passati. Vi era una porta tra un paio d’insegne: la prima abbastanza recente
mentre l’altra, era costituita da una vecchia lastra di marmo con inciso
l’emblema dell’allora Pci – risalente all’immediato dopo-guerra. Un pezzo di
storia della città. (Non voglio immaginare cosa d’altro vi fosse all’interno, una
volta sorpassata la soglia).
Nessun commento:
Posta un commento