Accostavo
il probabile risultato (negativo) di un sondaggio sul gradimento
dell’amministrazione comunale alla conferma dell’attuale sindaco come candidato
alle Amministrative del 2017, il mese scorso. Mi chiedevo: «Contraddice tutto
ciò con quanto ho appena raccontato?». Dipende più che dalla cornice
interpretativa, da chi si pone un simile quesito. (È pura tattica, quando io
accosto la società avezzanese a quelle mediorientali). La questione è: come si scelgono
i partiti e le persone da votare da queste parti?
Ne
accennai di sfuggita agli esordi di questo blog, una decina di anni fa. È
cresciuta in tale periodo la distanza tra me e le Amministrative – anche con chi
si presenta e si reca alle urne. Ciò che io descrivo può essere definito perciò
bizzarro a più di uno. (Si tratta d’impressioni mie dopotutto).
Capita
d’incrociare due sconosciuti che portando a spasso il cane s’incontrano: essi si
«riconoscono», di là delle (numerose) barriere che la società frappone tra gli
stessi. Succede la stessa cosa tra quelli che vanno in discoteca, allo stadio
di calcio o a prendere i figli a scuola: hanno pronto l’argomento di cui
trattare e non si fa caso se uno è arrivato a piedi mentre l’altro è appena
sceso da una BMW. Più che cittadini o elettori, io vedo la maggioranza dei
compaesani come aficionados delle
urne. Quelli che escono dal seggio mi ricordano invece la soddisfazione nei nostri
occhi quando all’asilo ci davano i biscotti a merenda – erano gallette in
realtà. (Chissà che cosa pensa di me chi non va mai a votare e mi nota uscire dal
seggio alle Politiche o alle Europee).
Vi
è un unico «minestrone» di cittadini che rappresenta almeno i tre quarti del
corpo elettorale da cui spuntano fuori i voti per l’alleanza che vincerà le
Amministrative ad Avezzano. È così da decenni solo che fino agli anni Ottanta
del secolo scorso era meno evidente perché tutto era ostacolato, avvolto dal
velo delle ideologie. I partiti raggruppano ai nostri giorni numerosi collettori
di voti: sono loro più dei partiti e dei candidati, i protagonisti delle
consultazioni elettorali su base locale. L’esperienza insegna che il collettore
può impiegare anche indirettamente, la sua dotazione di voti: si dirotta il
proprio gruzzolo di preferenze verso una persona di fiducia. Tutto ciò fa però intravedere
il meccanismo del voto di scambio: assunzioni, promozioni, appalti, lavori,
mazzette in cambio di preferenze o d’impegno durante la campagna elettorale. Si
votano generalmente il parente, l’amico, il padrino politico, l’appartenente al
clan. Questi sono però dei meri dettagli. (L’esito del suddetto sondaggio è
perciò irrilevante).
Leggevo
su Avezzano: «per fare gli assessori o genericamente la politica, di meriti e
di curriculum non c’è bisogno» – L. Mandara, Assessore Scorpione, 4 marzo 2016.
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