giovedì 14 marzo 2019

Radio Bar(i) 17

Ho letto anch’io Comune trasparente – il bilancio di previsione 2019 del nostro Comune inviato alle famiglie; ne ho anche discusso un po’ in giro. Ho poco da dire soprattutto perché trovo più interessante confrontare le stesse voci con quelle dell’Amministrazione precedente per acclarare eventuali discontinuità nelle due azioni di governo. (Nella mia chiacchierata con l’assessore all’Ambiente – fine settembre 2018 –, riconoscevo, da intervistatore, che la nuova amministrazione comunale metteva a disposizione del verde pubblico, una somma molto più alta di quanto non si fosse fatto in precedenza).
Il testo – comprensibilmente – prova ad accontentare un po’ tutti gli avezzanesi e prevedibilmente, non riesce nell’intento. Mi ha infastidito verso la fine, l’enfasi sul comparto del commercio e la proposizione di alcune narrazioni che hanno purtroppo contagiato anche il mondo della politica locale. Cito alcune perle, tutte a pagina 21. «il rilancio del commercio urbano nel quadro del rilancio della vivibilità del centro storico»: io ci vivo benissimo nonostante la presenza di numerosi locali. (Cfr. Troppi bar e pub nei centri storici, Confcommercio chiede moratoria, in «AbruzzoWeb» 10 marzo 2019). «un modello commerciale urbano, che abbia lo scopo di rispondere allo svantaggio competitivo con le grandi polarità commerciali extraurbane (i Centri Commerciali)»: è almeno velleitario per un comune di 42mila abitanti voler competere, imbrigliare, dare fastidio a Old Wild West (urbano), Coop o addirittura McDonald’s. Come, soprattutto, confrontare modi diversi di vendere dei prodotti? «L’obiettivo (2020) è la creazione del “distretto naturale del commercio” che inverta la tendenza attuale, la desertificazione della città»: un nuovo inutile ossimoro oltre a L’imagination au pouvoir!
Frasi del genere sono accettabili nell’America settentrionale, perché da quelle parti la parabola degli shopping center si trova all’inizio del tratto discendente – quella vicenda è iniziata alcuni decenni prima che da noi. To everything (turn, turn, turn) | There is a season (turn, turn, turn)’, tanto per citare la buonanima di Pete Seeger che a sua volta traduceva l’Ecclesiaste. Gli avezzanesi, vispi e svegli come sono, si sono accorti solo una dozzina d’anni fa che il Quadrilatero si stava lentamente svuotando – non ne avrebbero mai discusso senza l’arrivo, in queste parti, d’Ipercoop. (Il fenomeno era iniziato in realtà negli anni Ottanta del secolo scorso, come nel resto del continente europeo). La questione è perciò: come far tornare gli abitanti, i commercianti, i liberi professionisti al centro? Io ho una mezz’idea, ma chi protesta e ne scrive da anni – sono numerosi – nemmeno l’ombra di quella: per questo, strepita tanto. Porto un esempio. Il commerciante XYZ si è spostato da dove pagava ogni mese 2000 euro per 90 mq; nella nuova collocazione egli tira fuori dalle sue tasche 1800 euro per stare dentro una superficie di 120 mq. (Il residente, l’artigiano, il libero professionista ha vissuto una situazione analoga). Ristrutturando il centro come auspicato soprattutto da alcuni commercianti, il valore degli immobili crescerà irrimediabilmente in quella zona e trascinerà in qualche maniera anche il mercato nelle altre aree d’Avezzano. Saliranno in città perciò, sia il prezzo al metro quadrato sia gli affitti – secondo le zone, appunto. (Tutto ciò allontanerà le persone e non solo dal centro del capoluogo marsicano). Chi avrà mai voglia di tornare nel Quadrilatero, seppur messo in ghingheri con fioriere, nuova pavimentazione e saltimbanchi, con la cubatura degli edifici aumentata? (Aspetto il prossimo Prg). Si rende conto il sindaco che si sta rivolgendo a concittadini che, in massima parte, permettono la permanenza – da lungo tempo – di simili grandi strutture attraverso la loro frequentazione?
Simili pensate purtroppo appartengono da anni al senso comune degli avezzanesi, un amministratore dovrebbe però tenerle a debita distanza, lasciarle cuocere nel loro brodo.

P.S. È saggio che il nuovo Pgtu segua l’approvazione del Prg; è anche vero che il miglior Piano del traffico non può rimediare alle magagne di un mediocre o pessimo Piano regolatore.

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