Interrompo
questo periodo di riposo dal blog tanto per sfogarmi. Mi è capitato di
raccontare in giro ad amici e conoscenti la situazione del cosiddetto Parco
delle Rimembranze, nell’ultima settimana. Erano abbastanza arrabbiati e
disinformati loro, circa quella vicenda. (Non ho fatto altro che ripetere, alla
fine: «Che […] vi leggete?»).
La storia
recente ci racconta un momento di degrado, da almeno tre anni fa. Vi è poi
stata una perizia che ha stabilito il pessimo stato di salute di quegli alberi
– un qualsiasi sindaco avrebbe deciso di buttarli giù. La fase di piantumazione
e di restauro è stata interrotta dalla crisi che ha portato allo scioglimento
del Consiglio comunale. È questa, l’ultima notizia in merito: Grido d’allarme dell’ex assessore Presutti:
Avezzano è ferma, centinaia di alberi rischiano di morire, in «MarsicaLive»
26 giugno 2019. (Il titolo è fuorviante perché nel pezzo, Presutti parla di «53
alberi», vabbè).
(Ne scrivo
un’altra). I padroni dei cani, nel frattempo, hanno ripreso possesso di piazza
A. Torlonia e lasciano talvolta scorrazzare le loro bestie senza guinzaglio;
loro fanno anche finta di non vedere quando i cosiddetti amici a quattro zampe
cacano sul prato o pisciano sulle siepi di bosso. (Quando non vi sono né
la polizia locale né le guardie eco-zoofile, of course). La presi male, sul blog, quando De Angelis fece marcia indietro sul
divieto alla circolazione dei cani in quel posto: conosco bene gli avezzanesi.
Ci si
risente tra una decina di giorni.
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