Faccio
anch’io lo storico di quartiere, anche se per pochi minuti. Un prof-scrittore ha
citato un frammento di Giacomo Matteotti, pescato in Un anno di dominazione
fascista.
«Dicembre
1922. Avezzano. Il dottore Ettore Tramazza, svegliato nottetempo dai fascisti,
è costretto a recarsi alla sede del Fascio. Sulla porta trova donne piangenti
in attesa e alla ricerca dei loro mariti trasportati prima di lui nella stessa
sede. Tutti sono costretti a ingoiare una forte dose di olio di ricino; ad alcuni
vengono tagliati i capelli in segno di sfregio. Alcuni giorni dopo, alle 9
della sera, il dottore è di nuovo condotto al Fascio, e alla risposta che
voleva querelarsi per le precedenti violenze subite, è di nuovo percosso
violentemente. Recatosi alla caserma dei carabinieri per denunziare il fatto,
all’uscita è nuovamente bastonato». Si trova in C. Raimo,
La lezione antifascista di
Matteotti oggi è più utile che mai,
in «Internazionale» 15 luglio 2019.
Non è niente
di speciale; è una storia come tante di quasi un secolo fa, mi ha colpito un po’
perché è legata al posto dove vivo, un po’ perché la ignoravo – come immagino
tutti –, un altro po’ perché non immaginavo un fatto del genere in una città di
provincia così sonnacchiosa.
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