lunedì 15 luglio 2019

Folclore locale (ancora)

Mi hanno fatto leggere degli altri commenti al mio pezzo – ormai vecchio – sul Martello. Mi sono sentito imbarazzato, sorpreso nel venire giudicato per un post tra gli almeno milleduecento che ho finora pubblicato – da persone con cui, tra l’altro, non ho niente a che fare. (È una mia lacuna, la mia ignoranza dell’ambiente Facebook).
I limiti che ho riscontrato nelle «critiche» che mi sono state mosse – anche in questo caso – derivano dall’impiego di una lente di tipo politico-ideologica per analizzare vicende tecnico-amministrative. (Ci tornerò alla fine).  Ne è sortito qualcosa di costruttivo, ancora? No, ovviamente perché si tratta di piani diversi. (M’interessa relativamente se è un qualsiasi escamotage per delegittimare).
Ho lodato per decenni la vita amministrativa di alcune grandi città contrapponendole a quella dove abito. È stato possibile tutto ciò almeno negli ultimi trent’anni, perché? Qual è l’ambiente cui io mi sono riferito?
Un anno e mezzo dopo il mio ritorno definitivo ad Avezzano, abbiamo registrato la caduta del muro di Berlino (1989), la crisi definitiva di un modello alternativo a quello capitalista. Tutto ciò ha significato che si poteva trattare di questioni nazionali o locali, senza doverle più riferire necessariamente a una determinata costellazione di esperienze.
(À rebours). Ho già raccontato di sindaci che praticavano delle forme di raccolta differenziata senza una legge di riferimento negli anni Ottanta – una quindicina prima che fosse varata una normativa in materia. (Non era generalmente una questione tecnico-amministrativa da parte di molti sindaci). A cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, tra i Bunten e poi i Grünen, girava un concetto del genere: «Chiudere le centrali nucleari a tutti i costi, anche con l’aiuto di NPD». (NPD = Nationaldemokratische Partei Deutschlands. È un partito d’ispirazione neo-nazista). Scrivo questo tanto per dare un’idea di quanto allora contassero le ideologie presso alcuni gruppi politici e associazioni, in Germania (Ovest). Lessi appena tradotto in italiano nello stesso periodo, J.-F. Lyotard, La condizione postmoderna, 1979. Il succo del volume è la fine delle Grandi narrazioni: marxismo e liberalismo.
(Scrivo una banalità: una città bene amministrata è migliore di una che non lo è). Mi è perciò capitato di lodare su questo blog le iniziative che mi piacevano di diversi sindaci, mentre ho criticato quelle che erano, secondo me, sbagliate.

Torno ad Avezzano. È per sé scarsamente produttivo l’utilizzo di un armamentario politico-ideologico ai nostri giorni, immaginarsi in una situazione di provincia dominata dal familismo amorale, il cui voto alle Amministrative è essenzialmente clientelare. (Giungono i primi aliti delle prossime elezioni e iniziano ad agitarsi le vecchie banderuole…)

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