domenica 4 dicembre 2011

Das wohltemperierte Clavier

Provo a fare il punto della situazione. Ho speso un altro anno a parlare di cemento, di nuovo. (Ne ho scritto altrove, prevalentemente; ne ho trattato altrove più che su questo blog – sul precedente Avezzanoblu, pardon!).
Il post precedente risale al 7 novembre: doveva uscire altrove alla data in cui l’ho pubblicato io. C’è stata nel frattempo la decisione e l’avvio della demolizione del Vitruvio Pollione. Qualche tecnico ha affermato che la struttura, che ha resistito ad almeno un paio di terremoti (Irpinia 1980, Aquilano 2009), rischia di venire giù da un momento all’altro, senza il concorso di cause esterne. (No comment).
Ho riscosso del successo per questioni di tipo tassonomico, quest’anno. Due esempi: i Piani per l’edilizia scolastica (2010, 2011) vanno riposti nella casella «Ristrutturazione del Quadrilatero», mentre le operazioni di consolidamento d’alcuni edifici scolastici appartengono alla voce: «Terremoto di L’Aquila». Non ho prodotto analisi particolari o innovative e mi sono limitato a ricordare – in maniera scolastica –, come funziona una città italiana; ho speso qualche insinuazione sulla ristrutturazione delle scuole e niente più. (Analisi = 0, teoria = 0: è facile da controllare).
Sono andato forte perché la gente è abituata a leggere i quotidiani o ascoltare la tv, dove certi fatti sono mostrati come se fossero degli eventi a sé stanti e sono impastati con le emozioni. (La casalinga ben addestrata dal piccolo schermo, pensa che rifare un edificio nuovo serve a preservare il proprio figliolo da eventuali crolli, più che un grosso affare per qualcuno).
Avremo a che fare con il cambio di destinazione delle scuole del centro, a breve. Il liceo classico, che fine farà? Il declino del tribunale d’Avezzano, non fa ben sperare per una delle migliori strutture del centro. (Si proporrà la galleria commerciale anche lì?).
I governanti continuano a raccontare la favola del centro d’Avezzano spostato oltre la ferrovia.

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