mercoledì 20 novembre 2013

K'sLT 44


Una lettera nel numero precedente (Il Velino 81/2), ha suscitato la mia curiosità. Essa trova la sua origine dai platani di via Roma e finisce per chiedere l’allargamento dei marciapiedi accorciati dal 1996 in poi e la costruzione di piste ciclabili. Si chiede: «perché non tornare oggi all’antico»? Non è semplice innestare la retromarcia nelle faccende umane.
Per dirne due. 1) Alla campagna elettorale per le Amministrative 2012: «Si chiede il ripristino della norma del Regolamento comunale riguardante i marciapiedi, con il ritorno degli stessi alla larghezza minima di 2 metri», firmato Cmsm. 2) Sono previste due piste ciclabili che partono dalla Zona a traffico pedonale privilegiato – non c’è più –, nel Piano traffico. (La Ciclabile nord, è stata costruita in parte – manca il suo pezzo più importante ma è stata prolungata fino all’ospedale).
La realtà è quindi, più ricca. D.: quali marciapiedi vanno allargati per primi? Sono da riportare tutti alla dimensione (anche 20-30 cm in più, in alcuni casi) precedente? Sì, cum grano salis. (Ciò eviterebbe alcuni ingorghi pedonali; lascerei proprio il tratto da piazza Torlonia a via Monte Velino come monumento alla sciatteria della nostra classe politica).
Io mi chiedo invece: noi collettivamente, lo meritiamo? Le idee che hanno portato a tale situazione – il Quadrilatero o una sua parte, ridotto come un centro commerciale o di recente, come un luna-park –, sono tuttora in piedi e continuano a produrre politica. Ci vorrà ancora del tempo per capire che la guerra alla grande distribuzione va contro la storia ed è persa in partenza, e soprattutto che è saggio risparmiare nelle ostilità la città fisica.
Tra un paio d’anni saremo nel pieno delle celebrazioni per il centenario del terremoto. E’ una ghiotta occasione per ricordare un po’ come doveva essere la città «risorta dalle macerie». La nuova Avezzano era caratterizzata da una folta alberatura: doveva essere una città-giardino ma s’è persa nel suo breve cammino.
Al posto del Comune, constatato il buono stato di salute dell’asse municipio-stazione ferroviaria, io mi dedicherei al resto del Tridente (via del Montello e via G. Garibaldi – fino a via XX settembre); nel senso: piante degne di tale nome. Una bella rifilatura agli alberi di piazza del Risorgimento, come nelle vecchie cartoline. Sistemerei nuove essenze lungo via Mazzini. (Si chiama viale G. Mazzini in realtà ed è bene che torni ad esser tale: una strada ampia alberata).
Piazza Torlonia? Troppa grazia!

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