lunedì 25 novembre 2013

K'sLT 45


S’è molto parlato del consiglio comunale che ha fatto approdare ad Avezzano una legge dello Stato – «uno dei primi in Abruzzo», come si è scritto. Provo ad esprimere qualche giudizio, aggirando quando è possibile la mancanza di documenti attendibili. E’ rischioso formulare un giudizio incrociando documenti eterogenei (comunicato stampa del 5 febbraio, leggi). La prima cosa che balza agli occhi, è uno strafalcione nel comunicato del sindaco – «Decreto legge del governo Monti»: il punto di partenza della vicenda è invece il cosiddetto Dl Sviluppo Berlusconi-Tremonti (160, 12 luglio 2011). Mario Monti è diventato presidente del Consiglio quattro mesi dopo. Si possono confrontare anche le «premialità» del comune d’Avezzano con quelle licenziate dalla giunta Chiodi. Sono possibili aumenti del 50% per le residenze da noi, mentre l’Abruzzo si ferma al 40% (Legge regionale 49/2012, art. 3, c. 2). La volumetria d’edifici non residenziali può crescere del 35%, nei due casi – Legge regionale 49/2012, art. 4, cc. 1, 2, 4, 5. Non ricordando male, le percentuali del Berlusconi-Tremonti erano 20% per le residenze, 10% per le non residenze. Ho preferito scrivere d’altro su questa rivista [Il Velino], perché vedo limitato l’impatto del suddetto decreto sulle città centro-meridionali, in generale. M’aspetto che centinaia di normali abitazioni restino identiche a quello che sono oggi nel capoluogo comprensoriale ma anche che un complesso (o più di uno) di 17-18mila metri cubi, possa esso espandersi.
Parto dall’argomento delle volumetrie. Il mercato immobiliare locale presenta un ristretto ventaglio di proposte rispetto a una grossa città e manca la tensione abitativa di Roma o di Milano. A Torino, io possiedo (o ricavo ex novo con il Dl Sviluppo) una linda topaia e trovo qualcuno che mi paga l’affitto mentre ad Avezzano, non succede né la prima e né la seconda cosa; a Napoli, io compro una casa di 150 mq con un ettaro di terreno intorno mentre ad Avezzano, non trovo una soluzione simile. Nel caso di Napoli, posso aggiungere due o tre camere senza problemi, con lo stesso decreto. I nostri prodotti immobiliari sono generalmente ritagliati o di poco sovradimensionati rispetto alle esigenze dei compratori. Andando in giro, io noto che manca proprio lo spazio fisico per aggiungere dei volumi e quando c’è, manca talvolta quello «urbanistico» nel senso: posso avvicinarmi alla casa del confinante, ma fino ad un certo punto e lo spazio a disposizione non mi basta più per il mio intervento. La 49/2012 (Bura 56, 31 ottobre 2012) e la nostra Delibera di giunta comunale 439/2012, si riferiscono al Decreto interministeriale 1444/1968: i limiti per densità edilizia, altezza, distanza fra i fabbricati e altro, non sono né sospesi né ritoccati e restano inderogabili. Ciò significa anche che io non posso disporre in modo stravagante della mia «premialità»: nessuno m’autorizza a costruire quattro piani in una zona dove si può arrivare massimo a due o a tre.
Mi trova scettico anche il cambio di destinazione d’uso dalle nostre parti, a cui il Comune tiene particolarmente. Proseguo il racconto che n’è stato fatto finora sui mass media più che interessarmi al suo impatto sul Piano regolatore generale. Trasformo uno spazio accessorio in una parte organica di un appartamento: è un’idea. Mi salta in mente di trasferire un letto nel lavatoio e uno studio in cantina, Ok. Due stanze in più fanno crescere la mia bolletta energetica e non solo; a questo bisogna aggiungere che le nuove stanze mi costano più delle altre volendo mantenere un clima (temperatura, umidità) accettabile al loro interno – anche nei passaggi. Mi conviene, vado pari o ci rimetto? Dipende dalle costruzioni e dalle persone in ultima analisi. Non solo, c’è dell’altro prima di tutto ciò. La destinazione d’uso non può cambiare se il locale non ha i requisiti minimi che la nuova funzione richiede. Conosco più di un garage alto sì e no un metro e ottanta: ecco, devono restare come sono. (La tipologia degli edifici avezzanesi è varia e abbiamo anche palazzi e palazzine ad uso misto: quale sarà il loro futuro?). (1/2)

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