venerdì 1 gennaio 2016

Because there's something in the air


[…] «Scusa, ma che ore sono da voi?», «Le dodici e cinque», «Mezzogiorno o mezzanotte?», «Non lo so, provo su internet…».
L’ultima immagine che mi ha infastidito del 2015 è piazza Risorgimento con i ragazzi e le ragazze che pattinavano sul ghiaccio e le automobili che scorrevano lente intorno. I miei ultimi scritti sul traffico denunciavano in fondo, la mancanza di politiche al riguardo. (Impostiamo un Piano traffico come si deve e al resto – l’inquinamento e altro – ci si pensa in seconda battuta). Ho passato il periodo natalizio circondato come gli altri da notizie legate all’inquinamento dell’aria, con i sindaci delle maggiori città italiane che adottavano i provvedimenti più disparati – di là della loro effettiva utilità. Avezzano invece è sembrata un’isola felice in cui circola aria pulita. Stanno proprio così, le cose?
È inquinata senz’altro meno di altri centri e aree più popolose (Valpadana), con un maggior pendolarismo, più fabbriche e agricoltura «industriale»: andrebbe monitorata per saperne di più – da anni. (I dati precedenti sull’inquinamento della nostra aria non erano perciò preoccupanti, ma nemmeno rassicuranti: la situazione dei nostri giorni è invece peggiore per via della congiuntura meteorologica e per l’aumento della popolazione – 400 persone in più l’anno. Dargli una controllata all’aria? Si stava peggio mezzo secolo fa secondo me, quando si bruciava il carbone per riscaldarsi e circolava meno automobili). Le polveri non si vedevano a occhio nudo ma si notavano accumulate sulle superfici bianche orizzontali (cigli, lastre, scalini, eccetera): esse erano scure, sporche a differenza dei mesi passati.
La nostra amministrazione comunale ha dato l’impressione di essere in vacanza mentre doveva dare almeno l’idea di porsi il problema, attingendo a caso dai discorsi di un qualsiasi sindaco. Poteva gettare la croce dell’inquinamento su due-tre fabbriche inquinanti – anche lontane dal Fucino –, sulle abitazioni costruite al risparmio nei decenni passati e che disperdono eccessivo calore, sulla ritrosia degli avezzanesi a spostarsi a piedi o in bicicletta. Tale circostanza ha consigliato – si spera – di pensarci due volte prima di segare un altro albero o a far attenzione almeno ai nuovi insediamenti produttivi – come la mettiamo con l’inceneritore PowerCrop? (Vogliamo rimanere in una situazione del genere o proviamo a migliorarla?).
I guai cominciano quando si prende a impostare una qualche politica e c’è bisogno di almeno uno straccio di autonomia da parte dei decisori… («cadrà dolce la pioggia»).

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