A. Due parole sulla
polemica riguardante il busto di Camillo Corradini partita da Fb. La fusione
che lo raffigura (bene, male, non importa) era stata coperta da un gazebo del
mercatino natalizio, ma non solo. (Era stato coperto veramente, detto busto?
Non risulta, almeno a me) Intorno al basamento, erano state perfino appoggiate
alcune casse di castagne – per qualche ora – durante la cosiddetta fiera di
santo Stefano: orrore e sdegno a non finire da parte dei numerosi perbenisti
che vivono da noi.
Nessuno di costoro si è chiesto,
nel suo semplificare la vicenda per rendere più appetibili le sue mediocri idee
ai boccaloni, se quello è l’uso più appropriato di piazza Risorgimento – che
non nasce nel Medioevo o nel Rinascimento ma ha meno di un secolo di vita.
In seconda battuta: se Corradini
è davvero tanto importante, perché non erigergli un monumento adeguato? È come
chiudere la stalla a buoi scappati, altrimenti.
B. Non la passa bene
neppure a dodici chilometri da noi, anzi; dovrebbe essere questo il comunicato
integrale:
Qualcuno è stato offeso da
un piccolo brano musicale ascoltato… in televisione. (È successo a Celano-Italia,
non in un territorio controllato da Daesh, talebani, bigotti o
integralisti-di-qualcosa). Non solo, ha pensato che sia necessariamente successa
la stessa cosa a una sessantina di milioni d’italiani. Lo stesso si è perciò appellato
al presidente della Repubblica anziché più laicamente smanettare con il proprio
telecomando; ha anche voluto mettere a conoscenza i conterranei della sua
lettera privata spedita tanto in alto: fa marsicano.
Non si capisce bene in realtà
a chi mira il soggetto in questione: l’Orchestra Filarmonica di Vienna (traduciamo
così in Italia Wiener Philharmoniker), la Rai che ha trasmesso
Das Neujahrskonzert der Wiener Philharmoniker, Johann Strauss (1804-49) che ha composto il pezzo
incriminato (Radetzky-Marsch
op. 228, si chiama così)? In
proposito: la tv austriaca? Che c’entra il nostro presidente della Repubblica?
Ci vuole anche un cospicuo
sprezzo del ridicolo, per definire il breve (tradizionale) fuori-programma di
una delle migliori orchestre al mondo una «volgare esecuzione militare». Nella
lettera non è argomentato, spiegato come va suonato – in termini musicali – quel
pezzo: perché «volgare», altrimenti? «Militare»: non erano i Wiener? (Non si capisce granché, anche
in questo caso).
Ho pensato per un momento
all’indigestione di musica che ci propina (gratis) una qualsiasi città
occidentale (bar, sala d’aspetto, abitazione, negozio, ristorante, stadio, auto
in transito, locale, manifestazione, studio professionale, gazebo, ipermercato)
e come passeremmo in modo pessimo una giornata – anche le successive – se solo
cominciassimo a pensare alla genesi, all’esegesi di ogni brano che ci giunge
alle orecchie. Shantih, shantih… (Evito d’infierire
sull’abbondante resto perché ho in sottofondo Watermelon in Easter Hay mentre scrivo).
P.S.: sono morti Paul Bley (il 3
gennaio) e Pierre Boulez.
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RispondiEliminaF.M.Botticchio