Nella campagna elettorale è
tenuto ben presente il tema della sicurezza come in ogni realtà periferica,
lontana dai centri di potere, dell’economia e della cultura. Nelle metropoli
pensano ai temi del lavoro, del trasporto, degli asili-nido e del fisco nonostante
gli atti criminali ricorrano più che nelle città medie e nei nostri piccoli
centri. Pensano a lavorare, per
dirla tutta; nonostante che nei grossi agglomerati il tasso di disoccupazione
sia più basso rispetto alla periferia.
Ho raccolto negli ultimi
mesi queste ricorrenze nelle frasi di uomini e donne in politica: «emergenza
sicurezza», «rafforzamento delle misure di sicurezza», «sicurezza sanitaria
cittadina», «sicurezza degli edifici scolastici», «sicurezza della città»,
«presidi di sicurezza territoriali», «sicurezza dei nostri figli», «sicurezza e
il controllo dell’arrivo di immigrati», «messa in sicurezza di Palazzo Torlonia
e per la Villa», «sicurezza dei cittadini», «sicurezza nelle strade e nei
quartieri», «associazione “Progetto Donne e Sicurezza”», «“messa in sicurezza”
preventiva del territorio», «sicurezza delle scuole e degli edifici pubblici»,
«sicurezza da ripristinare»; è invocata la sicurezza anche nel settore della
mobilità. Una candidata basa una sua intervista solo su tale tema: “Una città più sicura” nei progetti di
Serena Cinardi, in lista con Leonardo Casciere, in «TerreMarsicane» 28
aprile 2017.
Chi si è sottratto finora? Ritengo
solo M5s – è bene precisare di nuovo: fino allo scorso 10 maggio 2017.
È un bene che finora
nessuno abbia ripescato l’equazione: immigrazione straniera = delinquenza. Ancora
meglio, che nella città di Ernesto Di Renzo, non si sia tirato fuori il termine
«identità» – dopo che lui si è sgolato per far comprendere ai compaesani che
essa è una nostra costruzione.
Si è parlato pochissimo e in
modo superficiale sulla sicurezza delle migliaia
di nostri edifici costruiti perciò in una zona pericolosa per la sua sismicità,
ma era facilmente immaginabile dopo le locali celebrazioni del Centenario del
terremoto nel 2015. (A tempo perso, possiamo anche divertirci a scoprire le
differenze tra la «rigenerazione degli edifici» di cui si chiacchiera amabilmente
da queste parti e ciò che invece essa, ha innescato, prodotto in alcuni Paesi centro-europei
o del Nord-America). (12/22)
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