Quando faccio iniziare la vicenda?
(«La
campagna elettorale è cominciata con almeno un paio d’anni in anticipo, ad
Avezzano», 6 novembre 2016). Negli
anni Cinquanta del secolo scorso si faceva politica costantemente e in diversi
ambienti, poi vi era il momento clou
della campagna elettorale: un mese e poco più prima dell’apertura dei seggi. Dopo
l’Ottantanove si assiste alla smobilitazione dei partiti tradizionali e alla personalizzazione
della politica, alla proliferazione delle liste; le campagne elettorali inglobano
un periodo che va da qualche settimana a quattro, cinque mesi. (Nell’ultimo
periodo di una legislatura, parte il riposizionamento dei partiti minori con
riflessi sull’attività amministrativa). Il tempo della politica «in mezzo alla
gente» è ridotto drasticamente. Aggiunge poco internet: c’è meno bisogno di
sedi e si può discutere di più. Già: quando iniziano da noi le manovre
elettorali?
Nel caso particolare: Gabriele
De Angelis lascia la giunta Di Pangrazio a giugno 2015, Crescenzo Presutti a
gennaio 2016 e Daniela Stati a ottobre 2016. (Si sono avvicendati quindici assessori in cinque anni, non
ricordando male). Si può scegliere una data a caso delle prime due: in realtà tra
i numerosi che si sono scontrati in
qualche maniera con il sindaco, è immaginabile che alcuni – da subito –, hanno cominciato
a preparare la revanche. Io ben
ricordo anche l’esito della convocazione di alcuni «tecnici» da parte del
sindaco, poco dopo le elezioni: proprio loro dovevano avviare i lavori dell’amministrazione
Di Pangrazio, ma non se ne fece niente perché si dichiararono non disponibili. (Una
parentesi. Si può parlare di sconfitta se un politico non riesce a mettere
insieme una squadra di tecnici. Per un tecnico che non sa aggregare altri
colleghi per un periodo di cinque-sei mesi, la sconfitta è invece doppia). C’è
da aggiungere la defezione – giugno 2016 – di un personaggio poliedrico come l’aquilano
Piero Carducci, responsabile dell’Attuazione del programma.
All’inizio della mia
attività di blogger scrissi che dalle mie parti, chi perde le elezioni sta in
silenzio per cinque anni: è andata così anche questa volta? Sì e no; si è
registrato del movimento, del brusio. Ricordo due fatti quasi contemporanei
dell’estate scorsa: l’operazione «immobiliare» sulla scuola elementare Collodi
(via G. Garibaldi), la trasformazione dell’Hotel dei Marsi (nucleo industriale)
in casa di riposo. Nel primo caso – perdonate l’insistenza – la politica avezzanese
ha taciuto, mentre nel secondo vi è stato uno scontro. Il transito da albergo a
residenza per anziani – in quella zona – può sembrare o essere bizzarro, vi
saranno state anche delle irregolarità; la città nel caso della Collodi, oltre
a perdere una struttura in periferia, non ha – una volta venduto il complesso –
nemmeno il terreno dove poter costruire qualcosa di pubblica utilità. Com’è andata a finire in realtà? L’Hotel dei
Marsi è divenuto ormai la Residenza dei Marsi «San Bartolomeo» e funziona,
mentre una zona a sud è priva sia di servizi e sia di un’area strategica per realizzarne
di nuovi. (Quella parte di città in fondo è cresciuta intorno alla Collodi per
almeno cinquant’anni). Un altro esempio. Questo è un decennio di queruli,
piagnoni e benaltristi eppure nessuno ha avuto da ridire, da interrogarsi sulla
destinazione dei cinque milioni di fondi Masterplan
(Palazzo Torlonia e dintorni); nemmeno per mero spirito di contraddizione,
tanto per recitare la parte del bastian contrario, per mostrare agli elettori,
ai propri iscritti, ai simpatizzanti che si ha un’idea diversa d’impiegare i
quattrini. (Il silenzio dipende dal fatto che nelle zone che vivono di
assistenzialismo, è importante far arrivare i fondi – regionali, statali,
comunitari –, solo quelli). Ho già ironizzato sulla polemica legata al giornale
Il Filo Comune di Avezzano, ma era
troppo facile; il nostro politicante, il cronista d’assalto medio è in fondo
come il velocista che non vince mai uno sprint.
Gli sparuti scontri mi sono sembrati più che altro un gioco delle parti: un
conto è condurre una battaglia politica, un altro è pubblicare un comunicato
presso un sito (amico o di più) di «news».
Paradossalmente – almeno
per chi non conosce come vanno le cose nel Mediterraneo –, sono gli ex alleati
a lanciare le prime bordate all’amministrazione Di Pangrazio più dell’opposizione,
il raggruppamento politico che aveva perso il ballottaggio; svariati personaggi
che l’hanno eletto, sono stati i primi e a lungo gli unici – insieme ai loro
amici sparsi qua e là –, a dare addosso al sindaco. È utile, onesto parlare di
rottura circa l’allontanamento di qualche assessore e di qualche gruppo
politico dalla maggioranza, in mancanza d’informazioni (pubbliche) adeguate: vi
sono brume intorno alla vita politica locale. (2/22)
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