Lo schema della nostra campagna
elettorale è quello classico: chi ha governato afferma con convinzione ed
entusiasmo che la città sotto il suo mandato è in ripresa o migliorata mentre chi
aspira alla poltrona di sindaco, fa appello al catastrofismo. M’interesso ai secondi.
Io parto da questo: «Certo,
Gianni era un vero cafonal, dicono
di lui ad Avezzano, non aveva certo fatto studi classici, non era un
accademico, non sapeva neppure tenere un discorso in pubblico e si vestiva come
si vestiva. Dei congiuntivi non ne parliamo, metteva i piedi sui tavoli,
corteggiava tutte le donne che gli capitavano a tiro, ma queste pecche furono
considerate dettagli persino simpatici dai cittadini che nel 2012 lo votarono
in massa», in L. Mandara, Gli amici se ne
vanno, 14 giugno 2016. (Al liceo scientifico, ai nostri tempi – potendo
interessare a qualche giovane – si studiava il latino). Apprezzo abbastanza la
giornalista ma stavolta non ci siamo proprio nel tono, nonostante lei scriva
sul suo blog. È meglio questa, anche se c’entra in parte con quello di cui sto
trattando e i tempi sono almeno imprecisi: «La Marsica è out, è fuori dalle
logiche di sviluppo, nell’era dei Dipangrazios, è diventata una vera nullità
nel teatro politico regionale e nazionale», in L. Mandara, Ciao ciao Marsica, 7 novembre 2016. È sulla falsariga della
precedente quest’altra, da parte del suo principale antagonista: «Il risultato
di cinque anni della attuale Amministrazione è che siamo completamente fuori
dai circuiti virtuosi di sviluppo, emarginati dalle politiche regionali, puniti
dalla mancanza di progettualità e dall’irrilevanza politica dell’attuale
compagine di governo cittadino», in Gabriele
De Angelis: “Cambiare nell’interesse esclusivo di Avezzano”. L’intervista,
in «IlFaro24» 23 febbraio 2017.
Si può essere d’accordo o
no, ma questa è tutt’altra musica: «Dopo quattro anni di governo della città,
le lobbies sono le stesse di prima ed il Sindaco ha mostrato il suo vero volto
applicando formule politiche tipiche del trasformismo, tatticismi spinti,
continuo cambiamento delle priorità», L.S., Di
Pangrazio scatena l’operazione ‘asfalto elettorale’, in «IlCapoluogo» 30
maggio 2016. (Non si parla di amministrazione, vabbè…).
Ancora dall’Aquila, riprendo
qualche brano dalla cronistoria di una delusione (vera, presunta): «Con i
fedelissimi ha costituito il suo “cerchio magico” e con le amicizie (imprenditori
e portatori di voto del territorio) ha dovuto stipulare accordi ed accordicchi
che, di compromesso in compromesso, hanno del tutto vanificato la pulsione
innovativa del Gianni che ci piaceva. […] Si è circondato di mediocri che senza
di lui sarebbero stati delle assolute nullità, e che essendone consapevoli sono
totalmente ai suoi ordini», in PSC, La
parabola discendente del Sindaco Di Pangrazio, in «IlCapoluogo» 1 giugno
2016.
In un’interrogazione di
Alessandro Barbonetti a metà novembre 2016, in cui si chiede conto delle
promesse non mantenute dal sindaco – «quello che questa Amministrazione non
farà sicuramente entro la fine del mandato» – appare anche «non si aprirà l’Interporto con la borsa
merci» e anche «il nuovo depuratore».
(La lista comprende tredici voci).
Ancora Avezzano Rinasce, denuncia
le sue promesse mancate, in un comunicato del 6 marzo 2017: «Progetto Marsica,
Vertenza Marsica, Trasporti veloci per Roma e Pescara, Avezzano Capitale della
Marsica, Scuole Sicure, Avezzano Centro Commerciale, Accademia Internazionale
di cucina. […] Peccato che di tutto ciò non si sia visto realizzato un bel
niente».
Avezzano: «è condannata
alla definitiva irrilevanza nello scenario politico regionale», in R. Galeotti,
Consiglio regionale, staffetta tra Di
Matteo e Di Pangrazio, in «IlCapoluogo» 23 settembre 2016. (La staffetta citata
nel titolo non c’è stata). Ai tempi della Vesuvius: «il Sindaco è obbligato ad
ingoiare tutte le decisioni propinate ad Avezzano dalla giunta targata PD di
Luciano D’Alfonso, tutto proiettato su Pescara, perché non può mettere in
imbarazzo il fratello Peppe che di D’Alfonso è un diretto collaboratore», in La Vesuvius chiude e il Sindaco di Avezzano
invece di fare autocritica se la prende con le regole dell’economia mondiale,
in «AvezzanoInforma» 21 settembre 2016. La cosa più simpatica è che più si
avvicinano le elezioni, più i candidati si rinchiudono nella propria (presunta)
specializzazione, «volano alto» per così dire, quando non evitano di avanzare
delle critiche serie o decenti. (14/22)
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