domenica 12 maggio 2019

Radio Bar(i) 21

La discussione è proseguita in giro con altre persone, prendendo un’altra piega. Mi è interessata poco la vicenda legata all’infelice finale («Alla pari degli stupratori di Casapound e dei fascisti di ogni tempo!») – com’è noto –, a differenza dell’occasione in cui è stata scritta.
Chi mi segue da anni, probabilmente ricorderà che ho pubblicato comunicati di associazioni di studiosi (antropologi, biologi, ecc.) che avevano avuto scarsa risonanza mediatica nella Penisola. Gli etnologi italiani, anni fa, sconsigliarono i connazionali dall’uso del termine razza riferito a Homo sapiens, preferendo quello di etnia – spiegandolo, ovviamente. Servì poco quel comunicato, a giudicare dalla xenofobia, quando non di peggio che almeno io incontro nella vita quotidiana. Sarebbe stato molto diverso, più incisivo se un simile discorso fosse stato proferito da un qualsiasi leader di partito – un politico però non può esprimersi in quella maniera. Io posso continuare a scrivere con tranquillità a proposito della castrazione chimica che è come toccarsi le palle quando passa un gatto nero, mentre un leader politico, certo no.
La politica ha una sua relativa autonomia però non vive completamente staccata dal resto, come le altre numerose attività umane; essa si fa talvolta influenzare. Si tratta perciò di utilizzare più strumenti e conoscenze possibili nella comunicazione politica, quella che le persone seguono maggiormente. Si tratta d’infilare dell’altro, di più concreto e scientifico oltre al moralismo, al perbenismo, all’allarmismo che va di moda negli ultimi anni nei discorsi dei rappresentanti del popolo e dei semplici militanti di partito. È necessario trovare un canale in tal senso, soprattutto da parte di chi, impegnato in quel campo, si trova in minoranza. (Un politico che elabori qualcosa imbeccato da un fisico teorico o un chimico industriale, è una situazione più probabile di quella che vede gli ultimi due finire in un Consiglio regionale o al Parlamento – a girarsi i pollici, sicuramente).
Resto basito nel conoscere che qualcuno (Lega) propone una legge sulla castrazione chimica per violentatori e pedofili. Lo psichiatra Vittorino Andreoli ha definito una «stupidità», la stessa soluzione in un’intervista rilasciata all’HuffPost lo scorso 4 maggio. Io vi consiglio in proposito, un saggio, vecchio editoriale: C. Nordio, Castrazione chimica, ritorno al Medioevo, in «IlMessaggero» 28 marzo 2019. (Per questioni anagrafiche ho trascorso un po’ di tempo su M. Foucault, Surveiller et punir, 1975).
(In fine: tra chi volete collocarmi?). Non avrei mai scritto un finale del genere: avrei evitato di associare in qualche maniera quei soggetti (Cpi, fascisti) ai promotori della raccolta di firme (Lega); avrei anche tenuto distinto un fatto di cronaca (uno stupro) dalla polemica politica. Al posto di quelli che chiamo i nazisti dell’Illinois (© 1980 J. Belushi) non avrei querelato – se è già successo – don Aldo Antonelli: Cpi è un partito politico non un club per educande.

(È in ogni modo basso il livello della discussione politica, anche da queste parti).

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