La
discussione è proseguita in giro con altre persone, prendendo un’altra piega. Mi
è interessata poco la vicenda legata all’infelice finale («Alla pari degli
stupratori di Casapound e dei fascisti di ogni tempo!») – com’è noto –, a
differenza dell’occasione in cui è
stata scritta.
Chi mi
segue da anni, probabilmente ricorderà che ho pubblicato comunicati di
associazioni di studiosi (antropologi, biologi, ecc.) che avevano avuto scarsa
risonanza mediatica nella Penisola. Gli etnologi italiani, anni fa,
sconsigliarono i connazionali dall’uso del termine razza riferito a Homo sapiens, preferendo quello di etnia
– spiegandolo, ovviamente. Servì poco quel comunicato, a giudicare dalla
xenofobia, quando non di peggio che almeno io incontro nella vita quotidiana.
Sarebbe stato molto diverso, più incisivo se un simile discorso fosse stato
proferito da un qualsiasi leader di
partito – un politico però non può esprimersi in quella maniera. Io posso
continuare a scrivere con tranquillità a proposito della castrazione chimica
che è come toccarsi le palle quando passa un gatto nero, mentre un leader politico, certo no.
La
politica ha una sua relativa autonomia però non vive completamente staccata dal
resto, come le altre numerose attività umane; essa si fa talvolta influenzare.
Si tratta perciò di utilizzare più strumenti e conoscenze possibili nella
comunicazione politica, quella che le persone seguono maggiormente. Si tratta
d’infilare dell’altro, di più concreto
e scientifico oltre al moralismo, al
perbenismo, all’allarmismo che va di moda negli ultimi anni nei discorsi dei
rappresentanti del popolo e dei semplici militanti di partito. È necessario
trovare un canale in tal senso, soprattutto da parte di chi, impegnato in quel
campo, si trova in minoranza. (Un politico che elabori qualcosa imbeccato da un
fisico teorico o un chimico industriale, è una situazione più probabile di
quella che vede gli ultimi due finire in un Consiglio regionale o al Parlamento
– a girarsi i pollici, sicuramente).
Resto
basito nel conoscere che qualcuno (Lega) propone una legge sulla castrazione
chimica per violentatori e pedofili. Lo psichiatra Vittorino Andreoli ha
definito una «stupidità», la stessa soluzione in un’intervista rilasciata all’HuffPost lo scorso 4 maggio. Io vi
consiglio in proposito, un saggio, vecchio editoriale: C. Nordio, Castrazione chimica, ritorno al Medioevo,
in «IlMessaggero» 28 marzo 2019. (Per questioni anagrafiche ho trascorso un po’
di tempo su M. Foucault, Surveiller et
punir, 1975).
(In fine:
tra chi volete collocarmi?). Non avrei mai scritto un finale del genere: avrei
evitato di associare in qualche maniera quei soggetti (Cpi, fascisti) ai
promotori della raccolta di firme (Lega); avrei anche tenuto distinto un fatto
di cronaca (uno stupro) dalla polemica politica. Al posto di quelli che chiamo i
nazisti dell’Illinois (© 1980 J. Belushi) non avrei querelato – se è già
successo – don Aldo Antonelli: Cpi è un partito politico non un club per
educande.
(È in ogni
modo basso il livello della discussione politica, anche da queste parti).
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