(Old
friends). Ho saputo dell’annuncio di una querela a un vecchio amico lo scorso 9
maggio. Se n’è parlato un po’ tra noi: come la penso? Parto dall’inizio.
Il
probabile querelato aveva soprattutto criticato «l’iniziativa della Lega
abruzzese per la raccolte di firme in appoggio alla proposta della castrazione
chimica per pedofili e stupratori» – Aldo Antonelli in un comunicato apparso su
TerreMarsicane il 6 maggio 2019. Alla
fine, una frase che ha fatto non poco arrabbiare la locale sezione di CPI: «Alla
pari degli stupratori di Casapound e dei fascisti di ogni tempo!». La prima
parte si riferisce – sicuramente – a un recente fatto di cronaca. (Sicuramente,
perché se fossero tutti condannati per quel reato, non vi sarebbe nessuno in
circolazione di quel partito – almeno i maschi).
Torno
all’iniziativa della Lega. Non ho finora firmato per la castrazione chimica né
succederà per un semplice motivo: la violenza sessuale è una questione
essenzialmente culturale. (Una tale misura è perciò come toccare ferro quando
s’incrocia un gatto nero – si sputa, in alternativa). Ho letto in proposito e appunto
concordo: «come se la violenza sessuale fosse un problema di esuberanza
ormonale», in I. Dominijanni, Lo stupro etnico
di Viterbo, in «Internazionale» 30 aprile 2019. (È una vecchia giornalista
Ida Dominijanni). Né ho contestato o discuterò con chi raccoglie le firme: come parlare di scienza a uno che fa politica? (Casomai vis-à-vis). Vi è una questione d’incomunicabilità davvero grossa almeno
tra italiani, ai nostri giorni.
Ho forse
sbagliato datazione, avendo canticchiato da adolescente: ‘People hearing without listening’ (1964).
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