venerdì 10 maggio 2019

Radio Chat 6

(Old friends). Ho saputo dell’annuncio di una querela a un vecchio amico lo scorso 9 maggio. Se n’è parlato un po’ tra noi: come la penso? Parto dall’inizio.
Il probabile querelato aveva soprattutto criticato «l’iniziativa della Lega abruzzese per la raccolte di firme in appoggio alla proposta della castrazione chimica per pedofili e stupratori» – Aldo Antonelli in un comunicato apparso su TerreMarsicane il 6 maggio 2019. Alla fine, una frase che ha fatto non poco arrabbiare la locale sezione di CPI: «Alla pari degli stupratori di Casapound e dei fascisti di ogni tempo!». La prima parte si riferisce – sicuramente – a un recente fatto di cronaca. (Sicuramente, perché se fossero tutti condannati per quel reato, non vi sarebbe nessuno in circolazione di quel partito – almeno i maschi).
Torno all’iniziativa della Lega. Non ho finora firmato per la castrazione chimica né succederà per un semplice motivo: la violenza sessuale è una questione essenzialmente culturale. (Una tale misura è perciò come toccare ferro quando s’incrocia un gatto nero – si sputa, in alternativa). Ho letto in proposito e appunto concordo: «come se la violenza sessuale fosse un problema di esuberanza ormonale», in I. Dominijanni, Lo stupro etnico di Viterbo, in «Internazionale» 30 aprile 2019. (È una vecchia giornalista Ida Dominijanni). Né ho contestato o discuterò con chi raccoglie le firme: come parlare di scienza a uno che fa politica? (Casomai vis-à-vis). Vi è una questione d’incomunicabilità davvero grossa almeno tra italiani, ai nostri giorni.

Ho forse sbagliato datazione, avendo canticchiato da adolescente: ‘People hearing without listening (1964).

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