lunedì 20 maggio 2019

z. B.

È eccessivo cercare esempi a livello nazionale per quanto scritto mentre è sufficiente guardarsi intorno, senza uscire dal perimetro del capoluogo. (Porto un esempio ispirato al recente slittamento – per la seconda volta – della Giornata nazionale della bicicletta).
Avevo ripreso un pezzo di comunicato di Massimo Verrecchia: «L’architetto Alessandro Tursi ha parlato come progettista o come Presidente di Legambiente Fiab Giulianova? […] Conosciamo Legambiente, storica associazione guidata da molti esponenti di sinistra», in «MarsicaLive» 26 luglio 2018.
Io avevo chiosato su questo blog:
Legambiente (Roma) è un’associazione, Fiab ([…] Milano) un’altra. Tenta poi, […] il ricorso all’argumentum ad hominem. Egli non attacca né il comune d’Avezzano (committente), né l’università La Sapienza (Roma) bensì le presunte idee politiche di un professionista per mettere in cattiva luce un suo progetto. […] Un (presunto) comunista […] è perciò necessariamente un pessimo progettista: egli non può fare altro che proporre, firmare robaccia, anche pericolosa. (14 agosto 2018).
Un simile progetto poteva (può), in realtà, essere contestato se almeno mal corrisponde alle linee-guida del tracciamento delle piste ciclabili. (Un esempio). Dove traccio una pista ciclabile: lungo un asse principale, un viottolo di campagna, una strada poco trafficata? (Hic Rhodus, hic salta). È la prima la risposta esatta. Era perciò fuori discussione, il tratto lungo corso della Libertà, anche quello di via G. Marconi. Nemmeno bisognava lagnarsi, per lo stesso motivo, nel caso un tecnico avesse proposto una corsia lungo via C. Corradini: funziona proprio così Avezzano. (È più facile che sia bocciato – da chi di dovere – un calcolo strutturale in cui vi è meno acciaio di quello richiesto di uno in cui ve n’è di più).

Ci casca, dall’altro lato dello schieramento politico, anche Giovanni Ceglie lo scorso 16 maggio. Si può ironizzare quanto si vuole sulle nostre piste ciclabili ma si tratta di realizzazioni da portare a termine venti, trent’anni fa, di là dei partiti e delle liste elettorali. Sono politiche della mobilità, ambientali che andavano promosse anche dal Pd – nel senso: quello d’Avezzano. (Sì, vi è anche del provincialismo).

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