mercoledì 13 novembre 2019

Radio Chat 12

Lunedì scorso, ho notato che qualcuno stava smontando un dehors al centro. (Quello che gli avezzanesi chiamavano il Catafalco). Sapevamo dallo scorso 25 ottobre che la sua sorte era segnata.
È stata una vicenda interna alle leggi e i regolamenti degli spazi pubblici. (Anche quel pezzo di via C. Corradini lo è). No comment.
Stando tappato in casa per un fastidioso raffreddore, non ho potuto vedere le «ruspe» di cui ha parlato una testata giornalistica, né ascoltare le impressioni «viva voce». Ha infastidito non solo me, un frammento da Facebook (Bar Abruzzo e Molise), riportato da MarsicaLive: «il Tar ha ordinato l’abbattimento di un dehors che “Architectours.net” ha descritto come “una bolla di vetro immersa nelle dinamiche della città – in un punto strategico del centro cittadino – modellata dai flussi dei pedoni e delle auto, strutturata come estroflessione delle costolature che ritmano la ricca facciata dell’edificio degli Anni Venti a cui si aggrappa”.
Una realizzazione di qualità, pensata e realizzata da tecnici, esperti e competenti che per la sua funzionalità ed estetica è stata anche scelta come teatro di riprese per trasmissioni televisive».
Era un’opera architettonica di tutto rilievo a detta della testata telematica – non un libro di storia dell’architettura. (Un dehors…). Domanda: in vista di un possibile abbattimento – la storia è andata avanti per mesi –, proprio nessuno ha pensato a interessare della cosa la Soprintendenza Baaas abruzzese? (Chi altro poteva metterci una pezza?).

Capito che roba il Catafalco… mai nessuno se n’era accorto da noi.

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