Non mi meraviglia per nulla
la reazione del Comune al comunicato del WWF sull’ultima «sforbiciata».
L’esperienza personale m’insegna che il copione seguito è sempre lo stesso,
almeno negli ultimi 32 anni – da quando m’interesso di questioni ambientali,
«ufficialmente».
Il Comune si rende generalmente
conto d’averla fatta grossa, tagliando uno o più alberi e nei rari casi – è
così, purtroppo – in cui qualcuno glielo fa notare, si giustifica. Minimizza, si
giustifica, non contrattacca mai, nemmeno per sbaglio.
«Gli alberi sono quasi
tutti malati e noi dopo averli eliminati, ne pianteremo di nuovi anche se più
piccoli»: questo è il refrain delle
ultime amministrazioni.
In genere e nel caso di via
Garibaldi, no; le cose sono un po’ diverse. 1) Gli alberi malati rappresentano
il 10% del totale di quelli tagliati finora lungo via Garibaldi – è sufficiente
una visita in loco. (Di là del fatto
che un albero malato, in genere si cura). 2) Non sempre succede che ogni albero
tagliato è in seguito rimpiazzato – è sufficiente una passeggiata per la città:
solo nel Quadrilatero, sono decine i monconi d’albero – pericolosi quando
nevica, tra l’altro. 2bis) Non c’è spazio per farlo, nel caso del lato est del
nodo: c’è un tratto di marciapiede che sarà ristretto fino a due metri – sono
sufficienti quattro passi, in loco
anche in questo caso. (Si ripeterebbe in altro modo, l’esperienza del
prolungamento della Ciclabile nord all’ospedale: c’è 3-4 punti critici per i
pedoni e la confluenza di via E. Tarantelli con via E. De Nicola è un punto
pericoloso per gli stessi. Nel senso: mettere i pedoni contro i ciclisti –
dimostrare anche che le piste ciclabili non servono). Infine. Funziona a pieno
regime il dogma secondo cui nelle vicinanze degli incroci non devono esserci
alberi perché limitano la visuale degli automobilisti – anche se fermi o a
passo d’uomo. (Davano fastidio a chi, le tre robinie ad ovest del nodo?).
Tappano direttamente con l’asfalto o con il cemento, una volta tagliato: è una
vecchia abitudine. (Si dice: ‘Occhio che non vede, cuore che non duole’).
La situazione è almeno
così:
Restiamo in tema. Lunedì mattina, dovrebbero
abbattere una pianta a largo V. De Bernardinis (via G. Marconi). Nel senso:
stamattina era ancora lì.
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