martedì 27 agosto 2013

K'sLT 28


Più di qualcuno tornato per Ferragosto, mi ha chiesto: «Perché non scrivi un altro libro sui bar d’Avezzano, visto che sono diventati così tanti?». Altri invece: «I commercianti ti copiano sulla “desertificazione del centro”». Il riferimento è una mia espressione usata sul quindicinale Il Velino, mesi addietro.
La popolazione locale cresce – da alcuni lustri – al ritmo di 400 unità l’anno: il centro è l’unica parte della città che non riesce – probabilmente – ad intercettare nulla di tale flusso. Il numero dei residenti al centro scende di poco, ogni anno. Io ho chiamato tutto questo, desertificazione. (Non ho inventato io, il termine desertificazione, che poteva essere più o meno appropriato).
Altra cosa è parlare di desertificazione a proposito della chiusura d’alcuni negozi nel Quadrilatero – come fanno le associazioni dei commercianti. (Un conto è un abitante e un altro è un imprenditore che passa 7-8 ore il giorno in un posto – nemmeno tutti i giorni dell’anno –, pronto ad abbandonarlo alla prima occasione più favorevole – come uno straniero qualsiasi). Un esponente della maggioranza afferma, addirittura: «La crisi finanziaria sta portando alla desertificazione del centro cittadino».
A me interessa parlare di un pezzo di città (centrale o periferico, non interessa), agli altri del proprio rendiconto.
La nebbia ideologica sparsa nell’occasione serve a nascondere un fatto semplicissimo: un affitto poco «sostenibile» è questione che riguarda un proprietario d’immobile e un negoziante – solo loro. (Avendo i quattrini per pagare l’affitto resto, altrimenti mi sposto o cambio attività). Un’Amministrazione comunale, non può mediare tra i due soggetti o intercedere. Alcuni commercianti del centro si sono spostati altrove. (Si sono già spostati altrove: oltre la «barriera di via Garibaldi»). Un’Amministrazione comunale, può incanalare il mercato immobiliare attraverso gli strumenti dell’urbanistica.
Al tempo della ventilata vendita della Corradini-Fermi – un complesso di quelle dimensioni –, i commercianti si schierarono con Floris. Le loro associazioni hanno chiesto più negozi al centro, in seguito. Nei due casi, ci sarebbero stati aumenti degli affitti (abitazioni, negozi). Gli affitti sono cresciuti senza operazioni immobiliari e senza aumentare il numero delle licenze. A distanza di pochi mesi, i commercianti chiedono affitti «sostenibili»... al Comune e al nuovo sindaco.
Io considero i commercianti non come un unico blocco; la proprietà dell’immobile è dirimente secondo me. Li divido così: a) proprietari del locale del negozio, b) chi sta pagando il mutuo del locale, c) chi è in affitto. Opero una suddivisione tra chi paga l’affitto al piccolo proprietario locale e chi tratta con una grossa immobiliare con sede altrove.

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