Tutto è partito da un’innocua,
inutile e forse innocente raccolta di
firme di MicroMega (online) per la revoca dei servizi
sociali a Berlusconi. (Ogni settimana mi giunge almeno un paio di proposte in
tal senso, come immagino a molti e generalmente non ci faccio caso).
La notizia:
(Mi ha infastidito: «Mi
auguro che il parroco di Antrosano possa recuperare la via del buon senso anche
in virtù della sua funzione religiosa». Io non mi rivolgerei mai in tal modo a
una persona che ha 12-13 anni più di me e che probabilmente mi ha insegnato
qualcosa, per come funzionano le società umane).
Due:
Il vicepresidente del
Senato ha spulciato tra i nomi dei firmatari e l’ha presa male per la presenza
– in ordine alfabetico – del parroco d’Antrosano: mi sembra però almeno
sproporzionata la sua reazione.
Maurizio Gasparri afferma
tra l’altro nell’intervista: «In un mondo normale, il suo vescovo lo caccerebbe
a calci nel sedere»; io invece consiglio di non immischiarsi in vicende che
riguardano la vita dell’istituzione ecclesiastica da parte di chi non è
dell’ambiente. (Immagino che non prenda a calci un parroco – anche se questo ha
commesso un grosso errore –, un comune vescovo in un «mondo normale»).
Gasparri prosegue: «Un
sacerdote che esprime sentimenti del genere dimostra che Libera è un covo di
faziosità, di astio e di odio». L’associazione Libera c’entra come i cavoli a
merenda, in questa storia.
Tre:
Non commento per sé la replica (morbida, dura, così-così) del nostro compaesano e mi
auguro che la vicenda non prosegua oltre.
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