Io ricordo per
questioni anagrafiche e di militanza numerosi sconfinamenti da parte dei
partiti politici e delle loro organizzazioni collaterali a ridosso delle
scadenze elettorali: tutti si scoprono ambientalisti ma gli dura poco.
(Qualcuno ricorderà sicuramente la polemica dal mio blog con M5s Marsica in
materia di politiche dei rifiuti, lo scorso gennaio).
Il modus operandi e il linguaggio sono
perciò mutuati dalla politica, anche nel nostro caso: alludere senza tirar mai
fuori un nome, inventare dei nemici inesistenti per meglio attaccarli e
mostrare la propria aggressività, la potenza, calibrare al millimetro gli
insulti – le ridicole virgolette a “avventuriero della carta stampata”.
Si è parlato su
questa rivista di: «campagna di stampa – patrocinata (in senso buono) da
Confagricoltura, da un noto consigliere regionale di centrodestra in cerca di
voti e da un comitato celanese guidato dal noto Gianvincenzo Sforza da Celano».
Vedo la situazione sotto un diverso angolo e chiedo: che fine farà tale rassemblement dopo l’ultimo giorno di
campagna elettorale per le Regionali 2014? Non può durare, in ogni modo; una
volta sistemata la «concausa» delle acque scure con la «solenne inaugurazione»,
si passerà – con la stessa
configurazione – anche al resto? (Augusto De Sanctis diffondendo e
commentando i dati della Regione Abruzzo
il 29 aprile: «le cause di tale situazione [inquinamento delle acque
sotterranee] vanno cercate negli input chimici dell’agricoltura intensiva
[…] e nei residui delle lavorazioni
industriali», «La nostra agricoltura ha troppi input chimici»). Che fine
farà Confagricoltura, ammesso che si voglia da parte di tale strana (senz’ombra
di dubbio vincente) alleanza affrontare il problema dell’inquinamento secondo
un’ottica meno angusta? Chi sparge gli «input
chimici» nei campi: i lavoratori LFoundry, gli invalidi di guerra, i tabaccai,
le infermiere?
Sarà presto
nell’album dei ricordi «un poco di baccano della manovalanza [e] qualche
strepito di trattore», «All those moments will be lost in time, like tears in
rain» (Roy Batty in Blade Runner). (Il Martello del Fucino, 2/2 + 2bis)
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