venerdì 16 maggio 2014

Smemorati 2


Parto da ciò che ho scritto su piazza A. Torlonia in febbraio per trattare della questione Corradini-Fermi, del suo probabile «riutilizzo».
(Qualche frammento). L’esperienza milanese mi ha insegnato – decenni addietro – che alcune istituzioni di tipo culturale (di quartiere) possono svolgere la loro attività anche in ore considerate insolite, come il «dopo-cena». Bruno Carioti raccontava come a Varsavia il conservatorio fosse aperto anche di notte per consentire agli studenti che hanno problemi per studiare (leggi: suonare) dentro casa – 5 dicembre 2012, nell’aula magna dell’Istituto G. Galilei.
La questione è il rapporto tra un’istituzione collettiva (scuola, teatro, museo ecc.) e il luogo dove essa è situata (leggi: quartiere).
Ho l’impressione che si ha un’immagine, piuttosto vaga del complesso scolastico e del suo attuale uso. Com’è impiegata la scuola media statale Corradini-Fermi, oggi?
La scuola è frequentata dagli studenti al mattino, mentre nel pomeriggio vi si svolgono altre attività scolastiche (consigli, ricevimenti) e di segreteria. Gli edifici sono utilizzati di quando in quando per mostre d’arte (palestre) e convegni (aula magna). I locali servono anche come appoggio per alcune manifestazioni che si tengono lungo via C. Corradini e nell’arena Mazzini.
Una volta cambiato l’uso, che fine farà tutte queste attività? Mi chiedo: come utilizzare anche il resto del plesso? Orto sociale? (È di gran moda).
Non è mai balzata alcuna idea di utilizzare quel complesso anche nel pomeriggio, nei giorni festivi e da parte di persone o di associazioni, al Comune.

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