sabato 11 luglio 2015

Poser


Il mio ultimo libro ha venduto qualche copia più del solito: amici, conoscenti, curiosi... C’è chi l’ha perciò letto o ne conosce (direttamente, indirettamente) il «contenuto» – si tratta di frammenti. Anche chi s’è adombrato; domanda: dipende tutto e solo da me? Penso di no.
Deriva molto dalla facilità con cui più di uno in città riesce – ai nostri giorni – a costruire ma soprattutto a migliorare la propria immagine, secondo me. (È un processo complesso e non c’entra solo la buona volontà del singolo e di chi gli sta vicino). La casalinga diventa perciò affermata scrittrice; il muratore, uno storico raffinato dall’oggi al domani.
Un tempo c’era la mediazione di un giornalista (della carta stampata) talvolta curioso che perdeva anche quattrini e tempo per informarsi su determinati fenomeni artistici, mentre oggi è sufficiente spedire un comunicato altisonante per vederselo pubblicato – anche rimanere parcheggiato per qualche giorno, sulle testate locali del Web. (Chi assumeva pose da artista o da intellettuale aveva almeno un’infarinatura di ciò di cui si occupava, nel tempo libero). Chi imbrocca bene, pensa anche d’essere migliore di una persona che non compare mai nelle cronache e compie delle intemperanze, se si sente criticato da un tipo del genere. (C’è più gente rispetto al tempo della mia gioventù che – come dire – si dà un tono, oggi). Bisognerebbe invece prestare una maggiore attenzione alle persone che si promuovono con soldi pubblici e mass media privati, nel resto della Penisola.
La novità nel caso particolare, consiste nel non riconoscere ciò che si è rappresentato in precedenza a un redattore o le frasi fatte scrivere in un comunicato-stampa giacché, dopo qualche mese, tutto appare nella sua ridicolaggine – da parte di chi ha raccontato o consigliato.
(Sono stato scoperto come blogger per la terza edizione di ControSenso dopo nove anni e passa di attività; che dire? Wow!).

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