(Per terminare la serie). L’orizzonte
di tale vicenda è facilmente sintetizzabile nel testo dello striscione: «per il
vescovo prima i clandestini, per Forza Nuova prima gli italiani» e «La
disparità di trattamento fra italiani e stranieri è un’umiliazione», 18 luglio
2015. (La semplificazione tra diversi tipi di straniero è a dir poco riduttiva).
Io invece ho distinto il luogo fisico che ospita i migranti – di
proprietà della Chiesa – dalle spese
che lo Stato, l’Ue o altri destinano al mantenimento degli stessi. (Ognuno è libero
di denunciare l’uso improprio o disinvolto di tali fondi, ça va sans dire).
Io però contesto anche la
presunta «disparità di trattamento fra italiani e stranieri». «Creare» in
Italia – per un italiano – un (nel
senso: 1) nuovo posto di lavoro nel settore industriale costa al nostro Stato qualche zero in più che per mantenere
un migrante durante un periodo di sette-otto mesi – perché i profughi sono di
passaggio, generalmente. Non a caso: «dei primi 18 ragazzi ospitati nella
nostra Diocesi (dal marzo 2014 a ieri [14 luglio 2015]) otto hanno già fissata la
data dell’audizione; a due è stato già riconosciuto il diritto alla protezione
internazionale; due hanno già lasciato l’Italia». (La cassa integrazione?).
La diocesi mette a
disposizione per qualche tempo una quota
del suo patrimonio immobiliare in favore di persone di passaggio o in via di
sistemazione in Italia e c’è chi contesta tutto ciò: dovrebbero usufruirne quelli
del posto, a loro dire. Chi si lamenta è sicuro che una famiglia italiana (rimasta)
senza casa trascorra essa felicemente, un periodo – o a tempo indeterminato –
dentro la canonica di un paesino posto a 850 metri? (Vale lo stesso discorso
per il lavoro nei campi, evitato dai connazionali perché troppo pesante e scarsamente
remunerato ma che invece attrae gli stranieri. L’inutile slogan «prima gli
italiani» – applicata al comparto agricolo – avrebbe prodotto terre incolte o nel
migliore dei casi, la situazione attuale. A dirla tutta: ‘I saw cotton |
and I saw black, | Tall white mansions | and little shacks. |
Southern Man, | when will you | pay them back?’, Neil Young 1970. Un consiglio: leggere Jared
Diamond per rendersi conto delle trappole che abbiamo costruito –
meticolosamente – contro noi stessi).
Ho l’impressione che invertendo a caso l’ordine cronologico di alcuni dei pezzi citati – dal 15 al 18
luglio –, il panorama narrativo sia identico.
Il vescovo intanto prosegue
nel suo silenzio sulla vicenda. (E fa bene, di fronte ad amenità del tipo:
«arriva l’ennesima conferma del razzismo non apertamente dichiarato da parte
della chiesa verso gli italiani»).
‘all because his face was brown’. (4/4)
ineccepibile - Botticchio F.M.
RispondiEliminasopratutto quando non parla di capolarato e di condizioni di schiavitù di chi lavora nei campi e denigra gli italioti che non vogliono farsi schiavizzare da gente che fà sistema con le autorità ... una logica ineccepibile ...
RispondiEliminaNon ho denigrato affatto gli "italioti".
Eliminasostituire scarsamente renumerativo con schiavitù e si capisce tutto più facilmente che non con le solite perifrasi ...
RispondiEliminaNon è detto che si capisca meglio, ammesso che il termine "schiavitù" sia quello giusto.
EliminaBertoldo, denuncia questo "sistema" (che esiste senz'altro) e io ti verrò dietro.... l'argomento di Pantaleo seguiva altre piste, e considerava la situazione data... data dagli "italiani" che sfruttano gli "stranieri" in agricoltura come da "stranieri" che sfruttano altri stranieri.... e troppi italiani che guardano e aspettano (non si sa quale palingenesi, ad opera di ombrellaj della politica)..... Bot
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