giovedì 23 luglio 2015

wild at heart #4


(Per terminare la serie). L’orizzonte di tale vicenda è facilmente sintetizzabile nel testo dello striscione: «per il vescovo prima i clandestini, per Forza Nuova prima gli italiani» e «La disparità di trattamento fra italiani e stranieri è un’umiliazione», 18 luglio 2015. (La semplificazione tra diversi tipi di straniero è a dir poco riduttiva).
Io invece ho distinto il luogo fisico che ospita i migranti – di proprietà della Chiesa – dalle spese che lo Stato, l’Ue o altri destinano al mantenimento degli stessi. (Ognuno è libero di denunciare l’uso improprio o disinvolto di tali fondi, ça va sans dire).
Io però contesto anche la presunta «disparità di trattamento fra italiani e stranieri». «Creare» in Italia – per un italiano – un (nel senso: 1) nuovo posto di lavoro nel settore industriale costa al nostro Stato qualche zero in più che per mantenere un migrante durante un periodo di sette-otto mesi – perché i profughi sono di passaggio, generalmente. Non a caso: «dei primi 18 ragazzi ospitati nella nostra Diocesi (dal marzo 2014 a ieri [14 luglio 2015]) otto hanno già fissata la data dell’audizione; a due è stato già riconosciuto il diritto alla protezione internazionale; due hanno già lasciato l’Italia». (La cassa integrazione?).
La diocesi mette a disposizione per qualche tempo una quota del suo patrimonio immobiliare in favore di persone di passaggio o in via di sistemazione in Italia e c’è chi contesta tutto ciò: dovrebbero usufruirne quelli del posto, a loro dire. Chi si lamenta è sicuro che una famiglia italiana (rimasta) senza casa trascorra essa felicemente, un periodo – o a tempo indeterminato – dentro la canonica di un paesino posto a 850 metri? (Vale lo stesso discorso per il lavoro nei campi, evitato dai connazionali perché troppo pesante e scarsamente remunerato ma che invece attrae gli stranieri. L’inutile slogan «prima gli italiani» – applicata al comparto agricolo – avrebbe prodotto terre incolte o nel migliore dei casi, la situazione attuale. A dirla tutta: ‘I saw cotton | and I saw black, | Tall white mansions | and little shacks. | Southern Man, | when will you | pay them back?’, Neil Young 1970. Un consiglio: leggere Jared Diamond per rendersi conto delle trappole che abbiamo costruito – meticolosamente – contro noi stessi).
Ho l’impressione che invertendo a caso l’ordine cronologico di alcuni dei pezzi citati – dal 15 al 18 luglio –, il panorama narrativo sia identico.
Il vescovo intanto prosegue nel suo silenzio sulla vicenda. (E fa bene, di fronte ad amenità del tipo: «arriva l’ennesima conferma del razzismo non apertamente dichiarato da parte della chiesa verso gli italiani»).
all because his face was brown’. (4/4)

6 commenti:

  1. ineccepibile - Botticchio F.M.

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  2. sopratutto quando non parla di capolarato e di condizioni di schiavitù di chi lavora nei campi e denigra gli italioti che non vogliono farsi schiavizzare da gente che fà sistema con le autorità ... una logica ineccepibile ...

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  3. sostituire scarsamente renumerativo con schiavitù e si capisce tutto più facilmente che non con le solite perifrasi ...

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    1. Non è detto che si capisca meglio, ammesso che il termine "schiavitù" sia quello giusto.

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  4. Bertoldo, denuncia questo "sistema" (che esiste senz'altro) e io ti verrò dietro.... l'argomento di Pantaleo seguiva altre piste, e considerava la situazione data... data dagli "italiani" che sfruttano gli "stranieri" in agricoltura come da "stranieri" che sfruttano altri stranieri.... e troppi italiani che guardano e aspettano (non si sa quale palingenesi, ad opera di ombrellaj della politica)..... Bot

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