Ho poco tempo per il blog
ed estraggo giusto un paio di questioni da quelle che volevo trattare in questa
settimana.
Ho registrato freddezza sui
media nei confronti di Luciano D’Alfonso
dopo la sua trasferta a Palazzo Torlonia (Progetto Marsica). Sono solo promesse
elettorali? Non ne ho idea e sono scettico al riguardo. Sono però sicuro di una
cosa. Al posto suo non avrei toccato il tasto delle strade ferrate per il
motivo che la Regione può far poco o nulla al riguardo, sia per quanto concerne
la rete e sia per il servizio. Non batterei quel tasto negli anni Dieci,
soprattutto.
Il doppio senso su via
Roma. Il sindaco vuole infilare due piedi in una scarpa e non glielo si può
certo impedire. Via Roma e via XX settembre sono tronchi interni della SS 5 e
perciò arterie di scorrimento e non strade di collegamento inter-quartiere. Si
può battezzarle in maniera diversa e farle funzionare in un altro modo ma poi
bisogna provvedere con un’altra strada di scorrimento per le automobili che
provengono dalla Tiburtina Valeria e devono raggiungere la stessa dopo Avezzano.
Il traffico subirà dei rallentamenti, non bisogna avere la sfera di cristallo
per vederlo.
D'Alfonso in Marsica vende fumo, non foss'altro che per tentar di difendere i piddini locali che acconsentono sempre allo svuotamento delle possibilità di sviluppo marsicano a favore dell'asse L'Aquila-Pescara. La chiusura dell'Arsa e la riduzione conseguente dei servizi all'agricoltura fucense verrà barattata con il conseguimento della gestione data al comune, tramite presidenza del consiglio regionale, del Palazzo Torlonia con annesso parco, già peraltro aperto al pubblico da sempre. E le varie incompiute rimanno tali: sembra un renzismo locale di basso cabotaggio: alzare il tiro per nulla realizzare; realizzare dico, non utilizzare al ribasso ed a spese dei soliti cittadini contribuenti e dei produttori (vedi le aziende agricole) che si vedranno diminuire i servizi o, al più, aumentare i costi per ottenerli.
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RispondiEliminaVolevo dire questo: un presidente di Regione può promettere agli avezzanesi di buttare giù il Salviano e poi ricostruirlo d'oro con i fondi regionali. E' invece opportuno da parte sua, non promettere nulla – proprio nulla – riguardante le ferrovie, la posta, la telefonia. (Gli hanno ricordato di recente che non se ne fa niente almeno fino al 2023, per il ferro sull'Adriatica).
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