lunedì 23 novembre 2015

Tristes tropiques anzi, tristi e basta


Ho saltato i governanti – quelli veri –, nell’ultimo post. Nel pezzo citato di Sbardella, c’è un’affermazione di Roberto Verdecchia: «I risultati positivi del ritorno al doppio senso sono sotto gli occhi di tutti» (TM 16 u.s.). (È come dire: doppio senso di circolazione lungo via Monte Velino, via del Montello, via XX Settembre). È comprensibile, giusto e meritorio che un uomo di punta dell’amministrazione, corra in aiuto del sindaco ma riesce poco sopportabile quando usa argomenti del genere. Anche in questo caso: dove ha preso i dati? Soprattutto: perché racconta cose del genere, ai mass media?
La vera questione è l’assenza di una qualsiasi politica della mobilità. Le amministrazioni Floris hanno giocato malamente l’assist del Pgtu, l’attuale ha fatto invece tabula rasa di tutto ciò che era stato pensato, immaginato o costruito in precedenza: la pianificazione come carta straccia. (Peggio, con l’attuale amministrazione non si parla più di queste questioni dentro il Comune e quindi sui media – di riflesso, nel dibattito pubblico).
Mario Mei – d’annata: «sono aumentati a dismisura gli incidenti sull’anello». (Il grassetto è mio). Le domande sono due; la prima: dove ha preso i dati? (È facilmente superabile in teoria, ma c’è purtroppo il macigno inaggirabile di «a dismisura»). La seconda è pepata: perché sono cresciuti gli incidenti stradali lungo quelle strade, dopo l’istituzione dell’anello a senso unico? È pensiero magico la risposta: «Perché c’è l’anello a senso unico». (Quale tipo d’incidente, ça va sans dire?).
Ho parlato in passato di alcuni incidenti stradali (automobilista-pedone) lungo la parte di via XX Settembre in uscita da Avezzano, dopo la ferrovia e ho fornito una spiegazione – giusta, sbagliata: non importa. (Non è un gioco da ragazzi fare in modo che automobilisti, motociclisti, ciclisti e pedoni possano condividere gli stessi spazi).
Crescenzo Presutti (assessore all’Ambiente del comune d’Avezzano) fa bene a richiedere «scelte ponderate su basi scientifiche» circa la vicenda di via Roma, ma sbaglia l’indirizzo secondo me. Fa bene però anche qualcuno a ricordargli che l’abolizione dell’anello a senso unico era un pezzo del programma elettorale dello schieramento in cui è stato eletto. (È un peccato secondo me: uno della generazione seguente direbbe invece che sono rimasto fermo al repertorio degli anni Trenta – del secolo scorso. Tu vagli a dire di no…).

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