Ho saltato i governanti –
quelli veri –, nell’ultimo post. Nel pezzo citato di Sbardella, c’è
un’affermazione di Roberto Verdecchia: «I risultati positivi del ritorno al
doppio senso sono sotto gli occhi di tutti» (TM 16 u.s.). (È come dire: doppio senso di circolazione lungo via
Monte Velino, via del Montello, via XX Settembre). È comprensibile, giusto e
meritorio che un uomo di punta dell’amministrazione, corra in aiuto del sindaco
ma riesce poco sopportabile quando usa argomenti del genere. Anche in questo
caso: dove ha preso i dati? Soprattutto: perché racconta cose del genere, ai mass media?
La vera questione è l’assenza di una qualsiasi politica della
mobilità. Le amministrazioni Floris hanno giocato malamente l’assist del Pgtu, l’attuale ha fatto
invece tabula rasa di tutto ciò che
era stato pensato, immaginato o costruito in precedenza: la pianificazione come
carta straccia. (Peggio, con l’attuale amministrazione non si parla più di
queste questioni dentro il Comune e quindi sui media – di riflesso, nel dibattito pubblico).
Mario Mei – d’annata: «sono
aumentati a dismisura gli incidenti
sull’anello». (Il grassetto è mio). Le domande sono due; la prima: dove ha
preso i dati? (È facilmente superabile in teoria, ma c’è purtroppo il macigno inaggirabile
di «a dismisura»). La seconda è pepata: perché sono cresciuti gli incidenti
stradali lungo quelle strade, dopo l’istituzione dell’anello a senso unico? È pensiero magico la risposta: «Perché
c’è l’anello a senso unico». (Quale tipo
d’incidente, ça va sans dire?).
Ho parlato in passato di alcuni
incidenti stradali (automobilista-pedone) lungo la parte di via XX Settembre in
uscita da Avezzano, dopo la ferrovia e ho fornito una spiegazione – giusta,
sbagliata: non importa. (Non è un gioco da ragazzi fare in modo che automobilisti,
motociclisti, ciclisti e pedoni possano condividere gli stessi spazi).
Crescenzo Presutti
(assessore all’Ambiente del comune d’Avezzano) fa bene a richiedere «scelte
ponderate su basi scientifiche» circa la vicenda di via Roma, ma sbaglia
l’indirizzo secondo me. Fa bene però anche qualcuno a ricordargli che
l’abolizione dell’anello a senso unico era un pezzo del programma elettorale
dello schieramento in cui è stato eletto. (È un peccato secondo me: uno della
generazione seguente direbbe invece che sono rimasto fermo al repertorio degli
anni Trenta – del secolo scorso. Tu vagli a dire di no…).
Nessun commento:
Posta un commento