lunedì 16 novembre 2015

Nuovi post-moderni


Ho ricevuto una mail ieri pomeriggio alle 17,38. Era un collega che mi ringraziava di avergli inviato dei testi – a ora di pranzo. Anche lui al lavoro... Mi sono sentito «scoperto», ho perciò spento il computer e sono uscito per farmi quattro passi in santa pace e ho notato che mancava l’area pedonale. Ancora. Ho puntato la periferia e buonanotte ai rumori.
Mi ha fatto ripensare a un periodo a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta quando ogni cosa che si portava in facoltà era talvolta «una prova», «un test» o più spesso, «un tentativo». Si arrabbiava di brutto il mio maestro (buon’anima) perché noi in realtà, si stava proponendo almeno delle tesi. (Erano candidate a divenire di cemento armato).
È tutta invece una sperimentazione da noi e si ha paura perfino di chiudere il traffico automobilistico per 4-5 ore la domenica, quando circolano poche automobili. (Da parte di chi ha il potere, ovviamente).
La questione principale è trattare la città come se fosse una caricatura della stessa, di volta in volta: il mercato, il luna park, la pista automobilistica, l’oasi per i pedoni, eccetera.
(‘Heroes just for one day’). Ero a conoscenza di questa notizia da anni:
Non se n’erano mai accorti, almeno i benemeriti che hanno classificato tutto il patrimonio librario? Sarà loro sfuggito qualcosa, in mezzo a miliardi di miliardi di miliardi di libri…

5 commenti:

  1. i libro lo digitalizzano e lo mettono on line , insieme agli altri miliardi magari ?

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  2. Non ne ho idea. Il libro di Galileo non è una novità per chi abita da queste parti, per chi bazzica quell'archivio o la Curia.

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  3. e allora a chi giovano questi continui spot ? digitalizzazione ? parola troppo grossa per chi ancora vive nel medioevo e poi specialmente un libro di Galileo . Per fortuna è stato conservato il dito medio opponibile sempre e comunque ai retrogradi cattofascisti .

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  4. http://www.antikitera.net/images/imgNews/4915-galileo.jpg

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  5. Pensa solo ai click, chi ospita pubblicità. Chi scrive su una testata popolare ha degli ottimi motivi per pensare che i propri lettori, siano dei boccaloni ma purtroppo non è sempre così.

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