venerdì 21 dicembre 2018

2018, II

L’esperienza rilevante dell’anno è stata per me la scoperta della periferia: l’oggetto della prossima pubblicazione. Ho preso a girarla all’inizio della scorsa estate e la mia lunga escursione è ancora da terminare – devo ripassare più volte per una strada. (Fare quattro volte via M. A. Colonna, non è stato finora sufficiente per vederla bene).
Confronto questa mia ricca esperienza con la narrazione corrente sulla periferia e mi viene voglia a non scrivere più. In quello che pubblico, soprattutto nelle mie ribattute il soggetto è costantemente il Quadrilatero e poco altro. Dopo una settimana a zonzo, mi è perciò parso chiaro che gli avezzanesi conoscono pochissimo della loro città. (Ne tratterebbero diversamente, altrimenti).
In periferia, a lume di naso, vi sono meno negozi e servizi – i miei appunti lo confermano. Non finisce lì perché manca anche degli altri «oggetti», presenti invece dove abito io. In giro non trovi caditoie, marciapiedi, punti-luce e via pereccando. Vi è ancora dell’altro ed è rappresentato dal «che fare?», un elemento decisivo – non serve scrivere, altrimenti. Mi sono accorto, a occhio e croce, che tante situazioni non possono essere sanate per mancanza di spazio fisico – basta la volontà di un’Amministrazione per i quattrini. Rimarrà in buona parte tutto così, ancora per molto tempo.
Tornerò mentalmente su tante stradine strettissime, al prossimo acquazzone, alla prima nevicata. «Reggeranno i cordoli della pista ciclabile al centro, all’azione degli spazzaneve?», si sono chiesti tantissimi, l’estate scorsa. In quei vicoletti invece, gli spazzaneve non ci sono finora entrati e continueranno a non passarci.

Stanotte il solstizio.

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